Mediobanca, Bolloré apre a soci non francesi per la quota Groupama

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Saranno probabilmente due, uno solo dei quali francese, i nuovi azionisti di Mediobanca che andranno ad affiancare l’imprenditore e finanziere bretone Vincent Bolloré nel gruppo C, quello degli investitori esteri.

A margine della presentazione dell’ingresso in Borsa di Blues Solutions, la società del gruppo che si occupa di stoccaggio di energia, Bolloré ha detto al Sole 24 Ore di aver ricevuto «numerose dichiarazioni di interesse« per l’acquisizione di una quota nella società italiana. E che i nomi verranno resi noti «con un certo anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre».

«Penso che i futuri azionisti non debbano essere molti – spiega Bolloré – e che il numero giusto per la composizione del gruppo C sia di tre o quattro. E credo che sia importante avere anche una presenza non francese. D’altronde il gruppo ha la vocazione di accogliere appunto investitori esteri, non necessariamente francesi. Come peraltro è stato vero in passato, quando vi faceva parte anche il Santander».

Poiché lo stesso Bolloré ha sempre sostenuto di essere interessato a incrementare la sua partecipazione, attualmente del 6%, e l’impegno è quello di mantenere inalterata la quota del gruppo C, all’11%, è quindi presumibile che i futuri ingressi siano due, un francese e un altro estero.

La caccia ai nuovi investitori si è aperta il 1° ottobre, quando il gruppo assicurativo francese Groupama ha annunciato la decisione di uscire dal patto di sindacato di Mediobanca, della quale ha il 4,93%, pur sostenendo di non avere l’intenzione, almeno per ora, di cedere la sua partecipazione. Da allora il gruppo C del patto è composto dal solo 6% di Bolloré (attraverso la Financière du Perguet), che potrebbe salire al 7-8 per cento. Ma proprio l’imprenditore bretone ha fin da subito dichiarato che entro la fine dell’anno sarebbe stato ricostituito il pacchetto dell’11 per cento. Anche per ridare consistenza al patto, sceso (con il 30,05%) appena al di sopra della soglia minima. E apparentemente i candidati non mancano, anche se sulla loro identità c’è per ora il riserbo più assoluto. Com’è ovvio, visto che contatti e discussioni sono in corso.

Quanto a Blue Solutions, Bolloré ha annunciato l’introduzione in Borsa del 10-11% (1-2% per gli investitori privati) a un prezzo compreso tra 12 e 14,5 euro, che valorizza la società tra i 346 e i 418 milioni. Il titolo sarà quotato, a Parigi, dal 30 ottobre. Si tratta dell’ennesima scommessa imprenditoriale di Bolloré, che ha da tempo puntato sulla tecnologia litio-metallo-polimeri e che ha utilizzato l’operazione Autolib’ (23,5 milioni di chilometri percorsi) come vetrina, come test sul campo: che ha funzionato così bene da spingere Renault a fare un accordo con Blues Solutions. Lo stesso Bolloré avverte che si tratta di un investimento ad alto rischio. Se però funziona, il fatturato dovrebbe essere di 1,5 miliardi all’orizzonte 2022, con un Ebitda del 30% e una quota di distribuzione di dividendi intorno al 40-50 per cento.

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