Mediobanca chiude l’era dei patti

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Patto di sindacato e partecipazioni. Per Mediobanca l’appuntamento di martedì 17 con i conti annuali sarà l’occasione per fare una prima analisi sulla futura composizione dell’accordo di sindacato dove si profila, secondo indiscrezioni, un alleggerimento fino al 36% con la disdetta da parte delle Generali. Ma, soprattutto, piazzetta Cuccia alzerà formalemente il velo sui tempi di dismissione delle quote vincolate e non che la banca di detiene storicamente nelle principali realtà industriali. Ne fanno parte Telco (11,6%), Rcs (14%), Pirelli (4,49%), Italmobiliare (5,47%) e Gemina (12,53%), solo considerando le società quotate. Discorso a parte per le Generali (13,24%) dove l’obiettivo è di ridimensionare la quota scendendo al 10%, ma in tempi più lunghi.
Il patto al 36%
Tecnicamente da Trieste non hanno ancora scoperto le carte. E comunque c’è tempo fino al 30 settembre per le disdette. Tuttavia, secondo indiscrezioni raccolte dall’Ansa, Generali, che ha in mano il 2%, sarebbe orientata a dar disdetta all’accordo parasociale. Per Mediobanca si profila così un patto più leggero con una discesa della quota sindacata dal 42,03% attuale verso il 36%. Del resto il Leone di Trieste, azionista con una quota vincolata del 2%, con l’ascesa al vertice di Mario Greco ha invertito la rotta: tutto ciò che non è core business è destinato a uscire dal portafoglio. Possibile, dunque, che la sorte della partecipazione in Mediobanca sia questa. Il presidente delle Generali, Gabriele Galateri di Genola, interpellato sul tema a margine del Workshop Ambrosetti, ha dichiarato: «Non è ancora il momento per decidere». E da Trieste hanno ribadito che sul tema Mediobanca «non è stata presa alcuna decisione».

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