Mezzo miliardo di nuova micro-finanza da qui al 2020
deposito cauzionale deposito beni mobili, consumi

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È il contenuto dell’accordo, firmato a giugno, tra il Fondo europeo per gli investimenti e la Commissione di Bruxelles, che ha individuato nel microcredito uno dei pilastri del piano Juncker per il rilancio della crescita in Europa. A tre mesi dall’intesa, oggi – vigilia della prima giornata europea della Microfinanza che si celebrerà domani – se ne raccolgono i primi frutti: a Bruxelles, infatti, sei operatori europei riceveranno altrettanti plafond di garanzia dal Fei. Tra questi figura anche PerMicro, l’operatore leader di settore in Italia: dal veicolo della Banca europea per gli investimenti PerMicro avrà in dote 2,2 milioni di garanzie, che consentiranno l’erogazione di 20 milioni di nuove linee entro i prossimi 30 mesi.
Novità significativa dal punto di vista politico – è la prima volta, infatti, che un’istituzione europea interviene in misura così massiccia sul microcredito -, ma anche pratico. Per PerMicro, infatti, l’accordo con il Fei consentirà «di abbattere significativamente, a partire dalla fine di questo esercizio, il default atteso sulla nuova produzione attesa di microcredito all’impresa», come spiega il Ceo di PerMicro, Andrea Limone. Non solo: «Grazie a questo supporto potremo diminuire il prezzo finale al cliente (7,9% più spese, ndr) e ampliare il nostro mercato di riferimento». Un mercato che in otto anni ha visto la società basata a Torino erogare 69,2 milioni distribuiti in 10.799 pratiche: 1.693 imprese per un totale di 21,9 milioni di impieghi e 9.106 famiglie per 47,2 milioni di masse. Volumi in crescita costante, se si considera che nel 2012 l’erogato dell’anno aveva toccato gli 8 milioni, nel 2013 è salito a 14,8 e nel 2014 ha superato i 20; il bilancio dei primi nove mesi del 2015 è di 16,6 milioni, un terzo alle imprese e due terzi alle famiglie. Ora, con la garanzia diretta in arrivo dal Fei (che già figura tra i principali soci di PerMicro con una quota del 14,5%, subito dietro al primo azionista Bnl-Bnp Paribas con il 23,2%) «potremo offrire ancora maggiori opportunità alle microimprese affacciandoci su nuovi mercati, sia in termini geografici sia di destinatari, rispondendo anche alle richieste di altri “innovativi” attori economici, come i giovani makers», aggiunge Limone.
A livello nazionale i numeri del microcredito raccontano di un settore che cerca di uscire dalla nicchia, valorizzando le iniziative avviate negli anni nell’ambito dell’educazione finanziaria e i bandi sempre più diffusi in ambito locale, nazionale ed europeo. È così che dall’ultimo censimento effettuato dalla Fondazione Giordano Dell’Amore insieme alla Rete italiana per la microfinanza sui primi 25 operatori del settore emerge un traguardo importante: oltre 100 milioni erogati tra il 2012 e il 2014 su 16.818 pratiche, 60 mesi la durata media dei microcrediti per le imprese (il cui valore medio sfiora i 15mila euro), 40 quella dei microcrediti sociali (5.200 euro l’importo medio). Per quanto riguarda l’indice di rischiosità, le medie non sono superiori – anzi – a quelle del credito tradizionale: il 13,49% del portafoglio è a rischio, l’incidenza dei ristrutturati è pari all’1,07%, le perdite sul portafoglio sono pari all’1,49%.

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