Mps, si indaga su un patto Pd-Pdl

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Nuova giornata di lavoro fianco a fianco per i magistrati senesi che indagano sulla vicenda Mps e quelli fiorentini che a dicembre hanno chiuso l’inchiesta sulla banca Credito Cooperativo fiorentino, che è stata presieduta fino al 2010 dal coordinatore del Pdl Denis Verdini. Per tutto il pomeriggio di ieri, lunedì, in procura a Firenze sono stati ascoltati il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, e Angelo Pollina, coordinatore regionale di Fli uscito qualche anno fa dal Pdl. Entrambi sono candidati alle politiche. Già l’8 febbraio a Firenze era arrivato Antonino Nastasi, uno dei tre pm titolari dell’indagine senese, per ascoltare con i colleghi fiorentini Giuseppina Mione e Luca Turco il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci (Pd) e il senatore ex Pdl Paolo Amato.

I magistrati sono interessati agli intrecci fra le due inchieste e ai rapporti fra Pd e Pdl “guardati” in ottica Mps. I pm avrebbero posto ai politici dei due schieramenti anche domande per appurare l’autenticità di un documento che conterrebbe un accordo fra Pd e Pdl riguardo alcuni temi senesi. Il documento è la stampa di un file in word, senza intestazioni nè timbri. È “targato” Roma 12 novembre 2012 e in calce compaiono i nomi degli onorevoli Franco Ceccuzzi, e Denis Verdini, che sarebbero «in rappresentanza dell’area Pd» – Ceccuzzi – «e del Pdl», Verdini. Non ci sono le firme, però. Finora, i pm non avrebbero trovato conferme all’autenticità del documento. Non è escluso, quindi, che si tratti di una “patacca”.

«Si tratta di un atto palesemente falso» commenta Ceccuzzi, ex primo cittadino di Siena e di nuovo in lizza per la guida del Comune. «Qualcuno – aggiunge – sta disseminando polpette avvelenate per interrompere il percorso per la mia candidatura a sindaco». Da anni, del resto, in toscana si rincorrono voci sull’esistenza di un patto fra i due schieramenti, ma mai è emerso che, nel caso esista, fosse addirittura scritto. Nel documento in mano ai pm «l’onorevole Verdini si impegna a garantire supporto e sostegno all’attuale maggioranza locale, garantendo tutti quei canali necessari a livello di Governo nazionale per le problematiche relative alla Banca e Fondazione», ottenendo la garanzia di un certo numero di posti fra Cda della banca – oltre alla presidenza di Antonveneta – e deputazioni della Fondazione.

Nel testo si parla poi dell’impegno, in vista delle amministrative del 2009, «a ricercare una candidatura del Pdl per la presidenza della provincia di Siena che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri» e a rifuggire a «qualsiasi accordo destabilizzante con le liste civiche» in diversi comuni senesi che sarebbero andati al voto. In ogni caso, scritto o no, un eventuale accordo maggioranza-opposizione è di sicuro oggetto di interesse dei magistrati. Potrebbe non essere penalmente rilevante, ma sarebbe comunque indicativo di un certo “clima”. Non a caso, ricordando i suoi ‘trascorsi’ nel Pdl, all’uscita dalla procura Pollina ha raccontato: «Facevamo politica perchè credevamo di poter cambiare le cose e siamo stati fatti fuori. Chi è che ha combattuto per anni contro la sinistra? Mi pongo la domanda: forse siamo stati fatti fuori per quello? Prima c’era una battaglia, c’era opposizione. Oggi vedo quasi silenzio e un appiattirsi totale». Infine, parlando del Pdl: «Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i Comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto». E la scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena?: «A Siena hanno riso tutti», ha risposto Pollina. Il segretario del Pd Manciulli è rimasto con i pm un’ora e mezzo: «Mi auguro che l’indagine vada avanti potendo appurare i fatti – ha detto uscendo dalla procura – e voglio esprimere di nuovo piena fiducia nell’operato della magistratura. Quello di questa sera è stato un colloquio sereno e per quanto era a mia conoscenza ho dato la mia massima

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