Mutui, sforbiciata ai costi e ai tassi

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Nella legge di stabilità potrebbe essere inserito un meccanismo per ridurre il costo dei mutui per le famiglie che intendono acquistare immobili, riducendo i tassi e ipotizzando anche una cartolarizzazione dei crediti. È quanto ha annunciato ieri il viceministro dell’economia Stefano Fassina, intervenendo alla presentazione dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni presso la sede dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).

Fassina, dopo avere riconosciuto che il tema del credito, alle imprese e alle famiglie, costituisce uno dei problemi di maggiore rilievo in una crisi che è sistemica, ha affermato che il Governo sta studiando un sistema di interventi sul sistema bancario finalizzato al sostegno dei mutui. L’obiettivo è quello di ridurre i costi per le famiglie, riducendo i tassi. «Per fare ciò», ha detto il viceministro, «si dovrebbe operare attraverso una diversificazione dei rischi delle banche cartolarizzando i crediti e quindi mettendo a punto anche delle garanzie che consentano di abbassare i costi dei mutui stessi».

Il Governo. Per l’Imu, Fassina ha confermato l’ipotesi di mantenimento per gli immobili di pregio e di esenzione per i beni strumentali e per l’invenduto, affermando che sarebbe molto più grave «se si dovesse andare verso l’aumento dell’Iva che è cosa da evitare». Sulla situazione generale il viceministro ha detto che negli ultimi 5 anni «si è sbagliata la cura, con politiche restrittive che hanno accentuato la recessione e dimostrato che non è questione di rispetto del 3% di tetto, perché anche sforandolo rimarremmo in recessione».

Per quel che riguarda il settore delle costruzioni i dati dell’Osservatorio sono stati illustrati dal vice direttore dell’associazione, Antonio Gennari, che ha evidenziato come il 2012 sia stato per le costruzioni l’anno più nero nella crisi «più intensa e più lunga nella storia del Paese». Dal punto di vista occupazionale si sono persi 446 mila posti di lavoro, che arrivano a 669 mila per tutta la filiera delle costruzioni. Per il 2013 gli investimenti sono dati in caduta per il sesto anno consecutivo, con un calo complessivo del 29% (-5,6% sul 2012, nonostante l’effetto positivo degli interventi del governo su incentivi fiscali e debiti della p.a.).

Le imprese fallite sono oltre 11 mila e altrettante sono protestate. «Siamo alla deindustrializzazione», ha dichiarato il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti, «bisogna immediatamente ridare credito alle famiglie, alle imprese e creare lavoro realizzando le opere pubbliche indispensabili». «Bene ha fatto il governo con questi primi provvedimenti», ha proseguito il presidente dei costruttori facendo riferimento agli ecobonus e alle semplificazioni per l’edilizia, «ma bisogna avere più coraggio e immettere denaro con decisione sulle infrastrutture e la manutenzione del territorio». Per il 2014, se non vi saranno ulteriori interventi, è infatti previsto un ulteriore calo del 4,3%, «ma se invece saranno attivati gli interventi auspicati dall’Ance, come la revisione Imu, la messa a regime degli incentivi fiscali per ristrutturazioni ed ecobonus, e la riattivazione del circuito del credito» ha concluso il presidente «si potrebbe avere un +1,6% sul 2013, con aumento del pil dello 0,33% e 44.500 posti di lavoro».

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