Nel piano al 2026 Mediobanca conta di remunerare gli azionisti con 3,7 miliardi di euro in tre anni
Mediobanca ha come obiettivo 3,8 miliardi di ricavi in tre anni e un utile per azione a 1,8 euro.
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Mediobanca ha come obiettivo 3,8 miliardi di ricavi in tre anni e un utile per azione a 1,8 euro.

Nagel: in programma crescita delle attività a basso assorbimento di capitale

«Con il piano One brand – one culture, Mediobanca intende realizzare una crescita sostanziale delle attività a basso assorbimento di capitale, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti. Questo entusiasmante percorso sarà compiuto rimanendo ancorati alla ’scuola di banca responsabile’ saldamente radicata nel dna della banca». E’ il commento di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, al nuovo piano.

Generali continuerà a contribuire ai risultati

La divisione insurance di Mediobanca, pressoché interamente rappresentato dalla partecipazione in Assicurazioni Generali (pari al 13%), «continuerà a contribuire in maniera positiva alla creazione dei ricavi (attesi raggiungere 0,5 miliardi, +6%) e degli utili del gruppo, migliorandone stabilità e visibilità», si legge nella nota sul nuovo piano al 2026. La valenza dell’investimento risiede nell’ottima e crescente redditività (Rorwa dal 2,7% al 3,2%), ulteriormente rafforzata dalla permanenza dell’applicazione del Danish Compromise, nella decorrelazione rispetto all’andamento macro, nella produzione di elevato cash flow e nell’opzione di valore che assicura al gruppo Mediobanca in termini di risorse disponibili e attivabili in caso di operazioni di crescita esterna.

L’autunno di rinnovo

Il piano presentato oggi dal vertice inizia il percorso di avvicinamento all’assemblea dell’ottobre prossimo, quando andrà rinnovato il cda in scadenza. Per il ceo Alberto Nagel e il presidente Renato Pagliaro il test sarà sulla scelta di campo degli azionisti forti, in particolare di Delfin (la holding degli eredi di Leonardo Del Vecchio) e Caltagirone, che in totale possiedono quasi il 30% del capitale.

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