Con i nuovi emendamenti i costi dei sinistri non scenderanno
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Per poter ridurre il prezzo di un bene o di un servizio occorre innanzitutto ridurne il costo: questo elementare principio economico sembra essere però sconosciuto a chi in Parlamento si sta occupando del DDL “Concorrenza”, almeno per quanto riguardo l’ambito dell’assicurazione auto. Infatti, pur essendo la riduzione dei premi RCA l’obiettivo dichiarato del disegno di legge, da nessuno dei più recenti emendamenti ci si può attendere una diminuzione del costo dei sinistri sino ad un livello vicino alla media europea. Al contrario, se fosse approvato l’emendamento che vuole ripristinare la risarcibilità dei danni da microlesioni anche in assenza di rilevazioni strumentali, si eliminerebbero gli effetti dell’unico provvedimento normativo realmente finalizzato alla riduzione dei costi dei risarcimenti. Si tratta infatti di costi derivanti da pura speculazione della cui eliminazione hanno beneficiato negli ultimi anni, in termini di concreta riduzione dei premi, tutti gli assicurati.

Dagli altri emendamenti, tesi a favorire secondo varie modalità gli assicurati residenti nelle zone dove la sinistrosità è più elevata, e più in generale la mobilità degli assicurati tra le imprese, non c’è ragionevolmente da attendersi nessuna riduzione dei costi, e quindi nemmeno dei premi complessivamente necessari a coprirli. In compenso, l’introduzione di nuove limitazioni alla libera determinazione delle tariffe, del tutto prive di qualsiasi motivazione tecnica, comporteranno necessariamente degli aggravi per gli assicurati che per meriti soggettivi (non aver causato sinistri) e/o oggettivi (residenza in zone a bassa sinistrosità) oggi giustificatamente pagano i premi più bassi.

L’Ordine degli Attuari, che pure ha da sempre espresso i propri convincimenti nei riguardi del DDL, non solo sugli organi di stampa, ma anche con un’audizione in Parlamento, esprime rammarico per come stia attualmente evolvendo l’iter legislativo e rinnova l’auspicio di poter collaborare con gli organi preposti, mettendo a completa disposizione la propria competenza e professionalità”.

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