«Più credito dalla verifica Bce sulle banche»

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Ad Antonio Patuelli, presidente dell’Abi oltre che presidente della Cassa di Ravenna, l’omogeneità delle regole in materia di valutazione dei bilanci bancari non basta. «In vista dell’Unione bancaria la regola deve essere unica» dice, convinto che le raccomandazioni diffuse lunedì dall’Eba, l’autorità di vigilanza europea, e le indicazioni che oggi fornirà la Bce di Mario Draghi, per 124 banche europee di cui le italiane dovrebbero essere 15, andranno in questa direzione. Anche se ancora potrebbero esserci, come per esempio nella definizione degli standard sulle partite deteriorate e sui crediti strutturati dati dall’Eba, margini per le discrezionalità nazionali.
Bisognerà aspettare, insomma, l’applicazione concreta dei nuovi standard per vedere se il campo di gioco sia stato livellato come richiedono le banche italiane che si ritengono penalizzate dai parametri più severi di vigilanza utilizzati dalla Banca d’Italia. Le nuove regole, in ogni caso, convergeranno verso il maggior rigore quindi per gli istituti italiani non dovrebbe cambiare molto. Non ci saranno impatti negativi e neanche vantaggi insomma. Semmai saranno i gruppi stranieri a dover rivedere le cifre dei conti aziendali per adeguarsi. Per esempio nella classificazione delle sofferenze e dei crediti ristrutturati o nella metodologia di computo delle garanzie o, infine, nella percentuale di prestiti in sofferenza in capo ad un debitore necessaria per fare entrare nella stessa classificazione tutto il suo portafoglio crediti.
Secondo Patuelli saranno fondamentali le indicazioni che darà la Bce per valutare i bilanci in vista dell’Asset quality review e degli stress test propedeutici all’unione bancaria. «Saranno identiche per tutti», spiega, e questo avrà l’effetto di riequilibrare i confronti internazionali, restituendo per esempio agli investitori la corretta percezione sulla solidità del sistema italiano e sui rischi di ogni banca. «Non ci saranno crediti più facili nei paesi del Centro e del Nord Europa e crediti più difficili in quelli dell’Europa del Sud», afferma Patuelli rivendicando l’efficienza delle banche italiane. Il livellamento del campo di gioco «sarà importante», cambierà le cose, restituirà alle banche italiane condizioni concorrenziali sul mercato europeo ma non eliminerà le disparità relative allo spread e alle imposte, «due palle al piede che dipendono da una stessa causa, l’abnorme debito pubblico».
Oggi comunque la Bce indicherà le banche che saranno sottoposte alle verifiche di Francoforte — 124 di cui secondo «Bloomberg» 15 italiane, 24 tedesche, 16 spagnole e 13 francesi — e fisserà per esse un requisito di capitale pari al 7% di tutti gli attivi soppesati per il rischio, con un 1% supplementare per gli istituti di maggiori dimensioni, di fatto la stretta che Basilea 3 ha fissato per il 2019.

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