Un po’ promotori un po’ bancari, UniCredit si inventa i Consulenti Personal Banking

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UN MODELLO BANCARIO IN EVOLUZIONE – Multicanalità e promozione finanziaria. Sono queste le frontiere che la maggior parte degli istituti di credito intendono varcare, compresa UniCredit. Una mossa che darebbe la chance ad alcune banche di ridurre i tagli, investendo nel digitale e nel mestiere di promotore, considerando la grande trasformazione in atto della figura del bancario. Sta di fatto che nel gruppo di Piazza Cordusio (ora UniCredit Tower) si sta assistendo all’ennesima riorganizzazione e ora il focus si concentra su più temi: quello della flessibilità di orario nelle agenzie (l’azienda ha presentato due progetti: Flex for You e Orari prolungati), del recupero banca ore e dell’offerta fuori sede da parte di consulenti personal banking. Le sigle sindacali chiedono chiarezza e si dicono preoccupate che questa mossa “risponda più all’esigenza di ridurre ulteriormente i costi che a quella di rilanciare l’attività commerciale”. E, su quest’ultimo punto, parlano di “sperimentazione di nuovi modelli di servizio per alleggerire la rete fisica degli sportelli a vantaggio della multicanalità”.

COS’E’ L’INIZIATIVA
 – Ma facciamo un passo indietro. Questa iniziativa, che coinvolgerà circa 500 Cpb (Consulenti Personal Banking), prevede che i consulenti possano seguire i clienti del proprio portafoglio non solo ricevendoli nei locali della banca, ma anche fuori sede, andando cioè presso di loro. Come è noto, l’attività fuori sede è regolamentata da precise normative. Pertanto, i lavoratori interessati verranno iscritti, con onere a carico della banca, all’Albo dei promotori finanziari, dopo aver fruito di adeguata formazione per la preparazione al ruolo. L’azienda ha dichiarato di aver già individuato i consulenti, che saranno contattati a breve, ai quali fare la proposta, la cui accettazione è comunque del tutto volontaria. È previsto che l’iniziativa vada a regime nella primavera del 2014.

LA PAROLA AI SINDACATI – “L’iniziativa si inserisce in una logica di multicanalità che ha senso nella misura in cui sia la banca ad andare dal cliente e non viceversa, come sta accadendo”, chiarisce una fonte che preferisce non essere citata. E continua: “I personal banker di cui si parla sono quelli che seguono la clientela del segmento intermedio, non della clientela private. Questi cominceranno a rafforzare l’attività di consulenza e di sollecitazione al pubblico risparmio presso la residenza del cliente. Questi consulenti hanno già un portafoglio che è della banca (e non loro) di cui restano dipendenti con contratto bancario. E tali resteranno. È solamente data loro la possibilità in più di avere il patentino (il cui onere è a capo dell’azienda). Non si tratta, insomma, né di assunzioni né di contratti di collaborazione ma di riciclare il personale interno: si tratterà perlopiù di data entry”. I personal banker di UniCredit sono circa 2500 ed è da qui che si pescano i 500oggetto dell’iniziativa in base alle caratteristiche e alle capacità. In altre parole, a quelli considerati idonei e più portati per un mestiere come quello del pf si farà la proposta in oggetto. Conclude: “L’azienda, allo stato attuale, non ha quantificato gli esuberi ma questa iniziativa fa parte delle attività di insourcing che, se nel passato erano date in esterno, ora vengono riportate all’interno. Un risultato che viene da un accordo sottoscritto il 15 settembre 201 nel quale abbiamo trovato un modo di far uscire personale che aveva già maturato requisiti di pensione in base alla legge Fornero o che li avrebbe maturati entro il 2015”. Ora l’auspicio è che chi si rivolgerà alla promozione finanziaria sia idoneo per farlo.

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