Marco e Giovanni convivono da sette anni, sono riconosciuti dal Comune di Pordenonecome “famiglia anagrafica basata su un vincolo affettivo” e, visto il legame che li unisce, hanno deciso di comprare casa.
Approfittando della possibilità offerta dalla Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia, hanno chiesto un finanziamento di 17 mila euro come incentivo a fondo perduto, utile all’accensione del mutuo, che però è stato rifiutato.
La motivazione alla base è che la coppia, riconosciuta come famiglia anagrafica dal Comune, non è considerata tale dalla Regione, per la quale non risponderebbe al requisito “conviventi more uxorio”.
Ad aggravare la beffa, inoltre, è una successiva dichiarazione della Regione Friuli: il prestito sarebbe stato concesso se i due avessero presentato domanda singolarmente.
Per Marco e Giovanni, ma soprattutto per Arcigay Friuli, quindi, si tratta di un vero e proprio caso di discriminazione. Come ha infatti commentato Giacopo Deperu, presidente di Arcigay Fiuli: “Confortati dalle interpretazioni di altri comitati Pari opportunità europei sottolineiamo che sono ormai numerose le sentenze (Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Tribunale di Milano) che definiscono more uxorio – “come matrimonio” – il rapporto di unione affettiva tra due uomini o due donne che, non potendosi sposare, devono poter avere pari diritti rispetto alle coppie coniugate. E sottolineiamo anche che l’Unione europea e i regolamenti comunitari invitano ad agire in tal senso, proprio per non discriminare le coppie gay”.
La Regione, nonostante l’intervento di Arcigay e dell’avvocato Furlan, presidente della commissione Pari Opportunità dell’ordine degli avvocati di Pordenone, continua a respingere la richiesta. L’unica speranza, quindi, risiede nel Tar al quale Arcigay ha opposto ricorso.