Promotori finanziari, per Rufini (CISL) nel futuro un professionista unico

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La Camera dei deputati approvando ieri il Decreto sullo Sviluppo e la Crescita, tra i diversi provvedimenti ha finalmente chiuso la “partita” dell’iscrizione all’OAM per i promotori finanziari. Un emendamento inserito già nel testo approvato al Senato che prevedeva infatti l’esenzione dell’iscrizione nel registro del nuovo Albo. Una vicenda che ha avuto un iter molto accidentato.

 

“Dopo lo scoppio della grande crisi finanziaria ci sono molti cantieri normativi aperti i cui esiti non sono ancora definiti” racconta Mauro Rufini Responsabile Nazionale

Promotori Finanziari FELSA CISL. “Nuove regole come risposta alle deviazioni del mercato e dei suoi attori. I provvedimenti emananti a partire dal Dlg 141/2010 in attuazione della Direttiva 2008/48/CE e le modifiche del titolo VI del Testo Unico Bancario (D.L.  385/1993) in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, pur costituendo un’evoluzione positiva della legislazione, stanno producendo un sistema di regole frammentate e una sovrapposizione di appesantimenti burocratici. La proposta del doppio Albo per i promotori voluto dal Governo Monti ha suscitato la legittima protesta dei lavoratori costretti a nuovi pesanti oneri economici e burocratici. L’iniziativa della CISL, attraverso la FeLSA che ha la rappresentanza sindacale della categoria per i rapporti di lavoro autonomo, non si è fatta attendere, chiedendo con forza il cambiamento con la cancellazione della norma per via legislativa. Il rimedio ora è stato trovato ma non è stato facile”.

 

Il sindacato, secondo l’esperto non si è fatto attendere e ha risposto in modo puntuale a quanto è accaduto. “Il sindacato in questa partita si è mosso sul terreno di interlocuzione a lui più congeniale. E la Cisl, con il peso ed il prestigio di un grande sindacato confederale, che tutela ed organizza il lavoro autonomo attraverso una Federazione ( la Felsa)  darà sempre il suo fattivo contributo di proposta e di rappresentanza dei promotori finanziari.  Una figura fondamentale della gestione della ricchezza del Paese e una percezione che forse ancora sfugge a molti nella sua interezza”.

 

Ma la riflessione deve essere più ampia, secondo Rufini. “Quanto sta succedendo mette in luce comunque che c’è contiguità tra i settori finanziario, creditizio, mobiliare ed assicurativo. Non è da escludere nel futuro la fattibilità di un profilo unico, altamente professionale sulla scia delle riflessioni avviate anche dalla Banca d’Italia.  Le istituzioni, l’industria finanziaria,  i profili normativi e legislativi devono gestire una fase nuova dove anche la rappresentanza sindacale dei promotori ha la titolarità piena a determinare lo sviluppo di un nuovo modello di promozione finanziaria” conclude l’esperto.

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