Cosa prevede esattamente la riforma? Cerca di velocizzare il processo legislativo. Attualmente è molto lento, col bicameralismo perfetto. Riduzione dei senatori da 325 a 100, toglie molti poteri al Senato. Divide i poteri dello Stato tra Governo e Regioni.

Referendum come caso Internazionale. Se ne è occupato anche Obama. Perché il referendum è così importante? Perché è diventato anche politico vista la personalizzazione che gli ha dato Renzi. La comunità finanziaria guarda al risultato del referendum per capire il destino delle riforme.

Anche il FT ha suonato sirene d’allarme dovesse vincere il no. Ma quali sarebbero di preciso le conseguenze per i mercati? Potrebbe esserci crisi di governo, con rimpasti, governi tecnici o nuove elezioni. Verrebbero meno le riforme di Renzi, soprattutto quello sul sistema bancario. Quindi questioni come gli NPL o la sorte del MPS potrebbero essere a rischio. Ciò comporterebbe forte incertezza sulle sorti dell’Italia, potrebbero esserci forti ribassi. Molti investitori uscirebbero dall’Italia vedendola come un mercato rischioso.

Tutti i sondaggi sono a favore del no. Ma dovesse vincere il sì? Sarebbe tutto il contrario, ma effetti minori rispetto a vittoria del no. Niente euforie, per intenderci, si continuerebbe sul percorso tracciato. Ci sarebbero sicuramente nuovi investimenti vista la continuazione del percorso governativo.

Renzi ha ammesso che è stato un errore personalizzare il referendum. Cosa c’è in gioco per il Governo? Tantissimo, tutto. Probabili dimissioni smentite, ma la personalizzazione data dal PM riduce il referendum a fiducia a lui o meno. Il risultato esacerberebbe la situazione all’interno del PD.