Repetto (B. Carige), il progetto Unipol avrebbe creato danni gravissimi a F.Carige

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“A fine luglio è emerso sorprendentemente un progetto che prevedeva per il rafforzamento patrimoniale una soluzione diversa da quella deliberata all’unanimità’ dal Consiglio del 19 marzo e ampiamente pubblicizzata nei confronti dell’azionariato: la Banca avrebbe emesso oltre 800 milioni di nuove azioni a favore del Gruppo Unipol in cambio dell’apporto dell’80% di Unipol Banca da parte della sua controllante, che così avrebbe ottenuto circa il 27,5% di Banca Carige, diventandone il maggior azionista dopo la Fondazione, la cui quota sarebbe calata dal 46,6% al 34. Il progetto prevedeva, inoltre, la cessione delle due Compagnie assicurative di Carige al Gruppo Unipol, nel frattempo diventato socio. L’operazione, subito sconfessata dal Vertice di Unipol, che ha dichiarato di esserne ignaro, comunque avrebbe comportato un danno gravissimo alla Fondazione”.
Lo ha affermato il presidente della Fondazione Carige in una lettera aperta in cui ricostruisce quanto accaduto in questi mesi. “Tra fine luglio e l’inizio di agosto – spiega ancora Repetto entrando nel merito degli eventi che hanno portato alla decadenza del Cda – la maggioranza dei consiglieri di B.Carige si è dimessa motivando l’atto con “l’esigenza di conferire un nuovo assetto alla governance della Banca, in conformità alle generali linee di indirizzo della Vigilanza”. Quindi, nessuna lotta di potere, nessun duello personale, nessuna contrapposizione tra Vertice della Banca e Fondazione. A questo punto, dunque, si è reso necessario un cambio tempestivo di governo della Banca e responsabilmente la maggioranza dei suoi componenti l’ha avviato”.
“Contrariamente a quanto affermato da alcuni insipienti – spiega ancora Repetto – Fondazione Carige rispetta pienamente la legge che vieta alle Fondazioni con patrimonio superiore ai 200 mln di avere il controllo di una Banca: possiede meno del 50% di Carige (ha il 46,6%) e non ha patti con altri soci, il numero dei Consiglieri di amministrazione nominati con i suoi voti è pari alla metà meno uno dei membri del Consiglio e in assemblea vota per la metà meno uno dei presenti. Le Autorità di Vigilanza ne sono perfettamente a conoscenza e anche di recente hanno mostrato di ritenere che tali limitazioni dei poteri della Fondazione sono conformi alle prescrizioni di legge. Ovviamente, i Consiglieri nominati dalla Fondazione agiscono nell’esclusivo interesse della Banca e non hanno alcun vincolo di mandato, come dimostrato ancora recentemente dalle dimissioni di soli quattro sui sette membri designati dalla Fondazione. Quest’ultima non interferisce sulla Banca né direttamente né indirettamente, ma svolge la sua funzione di azionista che doverosamente cura il suo investimento – oltre 690 milioni solo negli ultimi sei anni – e gli interessi della comunità di cui è espressione”.
Entrando nel merito dell’operazione Ior, Repetto ha ricordato che “nel 2010, la Banca ha emesso un prestito convertibile del valore di quasi 400 mln; la Fondazione ha aderito per 32,8 mln rendendo disponibili i suoi restanti diritti a favore di Fondazione Crt e dello Ior, che hanno sottoscritto rispettivamente per 60 e 100 milioni. Il trasferimento dei suoi diritti a Crt e Ior era motivato dalla volontà della Fondazione di rafforzare la compagine societaria di Carige con due soggetti forti. Avendo lo Ior deciso di non convertire le sue obbligazioni, queste sono state ritrasferite alla Fondazione. L’operazione non ha generato alcuna perdita o profitto per la Fondazione. E’ così che la quota di capitale della Fondazione si è attestata al 46,6%. In ogni caso, anche in tale occasione la Fondazione ha ribadito la propria disponibilità a ridurre la propria partecipazione in funzione dell’ingresso nella compagine sociale della Banca di uno o più soci con potenzialità idonee a favorirne lo sviluppo, ciò naturalmente nei tempi e nei modi condivisi dai suoi Organi, cioè i Consigli di amministrazione e di indirizzo”.
Infine il presidente ha voluto delineare quelli che sono i compiti istituzionali dell’Ente. “Oltre ad accompagnare lo sviluppo della Banca, conclude Repetto, la Fondazione continua a svolgere i suoi compiti istituzionali: dal 2007 al 2012 ha stanziato quasi 130 milioni per attività statutarie e per le stesse ha ancora la disponibilità di 184,8 milioni; in più, nello stesso periodo, ha aumentato il suo patrimonio netto da 846 milioni a oltre un miliardo, grazie a una gestione che la pone in testa per redditività (nel 2012 l’avanzo è stato di 67,2 milioni) tra le dieci fondazioni italiane con più patrimonio. Nel rispetto di tutte le istituzioni e con spirito sempre collaborativo, Fondazione Carige è impegnata a mantenere la sua indipendenza e la sua autonomia”.

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