Ribasso consistente per l’azionario europeo dopo i forti guadagni di ieri
borsa italiana

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Il Ftse MIB perde l’1,79%. Calo dell’1,3% per Londra, dell’1,25% per Francoforte e dell’1,14% per Parigi. Euro sulla difensiva dopo le parole di Draghi e in attesa del rapporto occupazionale statunitense. L’indice di riferimento Eurofirst 100 fa -1,66%.

Intanto l’euro è ancora sulla difensiva dopo le assicurazioni da colomba di Draghi di ieri mentre le materie prime rallentano. Il tentativo di rimbalzo delle commodities è già sfumato con i prezzi del petrolio che calano ancora una volta penalizzando i titoli dei gruppi attivi nelle risorse naturali. Gli schermi sono tinti di rosso ma sono sopratutto energetici e minerari a finire schiacciati in fondo ai listini.

Dal fronte macro arrivano segnali di debolezza dalla Germania, dove gli ordin alle fabbriche hanno subito un calo dell’1,4% in luglio. I dati confermano il pessimismo mostrato ieri da Draghi sullo stato di salute non proprio roseo dell’economia dell’area euro.

L’altra grande osservata speciale è la Cina. Il PMI di Hong Kong è sceso ai minimi pluriennali. L’indice che offre le condizioni del settore privato aziendale del paese è calato a 44,4 in agosto. Nel 2015 è entrato in una fase di contrazione.

Gli investitori aspettano il grande market mover della settimana, ch potrebbe offrire indicazioni su un eventuale rialzo dei tassi della Fed. L’entusiasmo per la volontà espressa dalla Banca centrale europea di intervenire ancora a sostegno dell’economia e dell’inflazione è stato raffreddato dai timori di ricevere una delusione dal rapporto occupazionale statunitense.

Gli economisti sono per la verità ottimisti e scommettono sulla creazione di 220 mila posti di lavoro in agosto, un dato che conferma dell’andamento in continuo miglioramento dell’occupazione nella prima economia al mondo negli ultimi cinque anni.

Il rischio è che comunque vada il report, i titoli azionari sono destinati a battere la ritirata. Gli analisti di London Capital Group spiegano in una nota che se i dati faranno meglio delle attese, il mercato reagirà male perché si aspetterà una stretta monetaria nella prossima riunione della Federal Reserve. Se invece sono deboli, verranno interpretati come un altro segnale di un rallentamento dell’economia globale”.

In Asia la Borsa cinese è ancora chiusa per le commemorazioni della fine della Seconda Guerra Mondiale. Tokyo ha perso il 2,2% scivolando ai minimi da febbraio. Sessione in rosso anche per Hong Kong. Pesano le turbolenze sui mercati valutari e delle commodities. Il dollaro australiano è sceso ai minimi di sei anni, mentre i metalli industriali continuano a perdere terrenno.

In tema di materie prime, i futures sul petrolio cedono ancora attestandosi a 46,14 dollari al barile. Le quotazioni dell’oro scendono a 1.125,09 dollari l’oncia.

Sul valutario, l’euro fermo a 1,1130 dollari.

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