Riforma delle pensioni: il punto di Tito Boeri
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Il presidente dell’Inps, Tito Boeri è intervenuto nel dibattito elettorale sulla riforma delle pensioni. Come riportato da Adnkronos/Labitalia, Boeri, nel discorso tenuto in occasione dei 120 anni dell’Istituto previdenziale, ha parlato delle promesse fatte dalle forze politiche in campagna elettorale selle pensioni, definendole “promesse da marinaio, insostenibili”. Per Boeri: “Perché molte promesse che si sentono anche oggi fare, che promettono trattamenti pensionistici più generosi, non contributivi, che promettono alle persone di andare in pensione prima senza riduzioni attuariali dell’importo delle loro pensioni, si reggono sul fatto che persone inconsapevoli del funzionamento del nostro sistema pensionistico possono in qualche modo non capire che queste sono promesse da marinaio, insostenibili, che metteranno in gioco il funzionamento del nostro sistema pensionistico”.

Riforma delle pensioni 2018: flessibilità in uscita e nuovi  provvedimenti.

“Nella prossima legislatura bisogna continuare a cambiare la legge Fornero dopo i positivi provvedimenti contenuti nelle ultime due leggi di bilancio che, grazie alla determinazione del sindacato, hanno reintrodotto importanti elementi di equità e di giustizia nel sistema previdenziale”, ha affermato Domenico Proietti,segretario confederale della Uil, a proposito della riforma delle pensioni 2018. Il leader sindacale ritiene che occorra “aprire una vera e propria fase 3 nella quale affrontare la reintroduzione di una flessibilità di accesso alla pensione intorno a 63 anni, l’individuazione di un meccanismo che dia pensioni adeguate ai giovani lavoratori, l’eliminazione delle disparità di genere che penalizzano le donne valorizzando il lavoro di cura e il recupero del potere di acquisto per le pensioni in essere“.Proietti ha sottolineato:”Questi sono provvedimenti equi e realistici, ampiamente compatibili con gli equilibri di bilancio, e volti a garantire gli equilibri sociali e generazionali a cui un moderno ed efficace sistema previdenziale deve aspirare.

Riforma delle pensioni: abrogazione della legge Fornero. Il punto di Cazzola.

L’economista Giuliano Cazzola ha commentato le proposte elettorali dei vari partiti a propositi di pensioni, su le formiche.net. Cazzola ha notato che “nella competizione elettorale in corso ha fatto di più non solo sul terreno delle alleanze, ma anche su quello dei programmi: è stato capace di mescolare l’acqua con l’olio, nel contesto di un documento programmatico, composto di titoli e di frasi in cui la seconda parte contraddice la prima”.

“Prendiamo l’esempio delle pensioni”, ha proseguito Cazzola, “un tema centrale nella campagna elettorale”. L’economista ha riportato il programma del centro destra a proposito della legge Fornero:“Azzeramento della legge Fornero e nuova riforma previdenziale economicamente e socialmente sostenibile”. “Così sta scritto”, ha affermato l’esperto di previdenza, “come se una nuova riforma con quelle caratteristiche di sostenibilità non dovesse misurarsi con i medesimi aspetti (a partire dall’età pensionabile) azzerati insieme con le norme del 2011, ha osservato.

Pensioni minime in Italia: l’analisi del Consiglio d’Europa.

Il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, in un’analisi del rispetto da parte dell’Italia di alcuni diritti nel periodo che va dal 2012 al 2015, ha toccato il tema delle pensioni minime ed ha osservato che:”L’ammontare minimo delle pensioni versate alle persone anziane è manifestamente insufficiente per una gran parte di loro perché si situa al di sotto della soglia di povertà”. Giuseppe Palmisano, presidente del Comitato europeo ha sottolineato che l‘Italia è uno dei 7 Stati, sui 33 esaminati, per i quali non si rileva “alcuno sviluppo evidente”, rispetto a 2014. Nell’osservazione si è tenuto conto anche della  protezione della salute, assistenza sociale e medica, servizi sociali, sicurezza e igiene sul lavoro, protezione contro la povertà e l’emarginazione sociale.

Riforma delle pensioni 2018: previdenza ed assistenza.

Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ha anticipato sul Corriere della Sera qualche dettaglio del Quinto Rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano che sarà presentato a febbraio alla Camera dei deputati. Brambilla ha affermato che nel “2017 il nostro Paese ha vissuto una fase positiva, dopo molto anni di “vacche magre”, evidenziando una ripresa dell’economia confortata da buoni dati sul fronte lavoro e pensioni. Per Brambilla, però:”Da subito, occorre ridurre la spesa per assistenza, che cresce a un ritmo spaventoso e non sostenibile del 5,9% l’anno e il debito pubblico che, alla faccia della sbandierata austerità, in questi ultimi 5 anni è aumentato di 228 miliardi nonostante – grazie alla BCE –  si siano risparmiati 49,5 miliardi di spesa per interessi sul debito”. “Questi sono i temi veri del Paese, non le pensioni”, ha sottolineato.

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