Risparmio postale cresciuto anche negli anni della crisi

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Gli sportelli bancari e gli uffici postali. Il concorrente Poste è l’altro principale interlocutore delle famiglie italiane. Ha storia, reputazione, rete e prodotti di risparmio (l’attività di credito è esclusa) per poter competere con l’insieme degli istituti italiani. E con molte compagnie assicurative. In tutto il territorio, e non solo nei centri medio-piccoli, gli italiani storicamente si sono affidati agli uffici sotto casa, aggiungendo alla movimentazione della posta, l’apertura dei libretti, l’incasso della pensione e i pagamenti dei bollettini delle utenze.
In numerosi comuni, nonostante le chiusure decise o programmate (sono spariti circa 1.700 sportelli bancari e il piano di riduzione degli uffici postali riguarda 1.156 presenze)e minori rendite di posizione, la presenza diffusa del marchio giallo è consolidata. Non è stata intaccata da integrazione o cambi di denominazione. I prodotti sono percepiti come semplici.
Da una rilevazione effettuata da IprMarketing per “Plus24″ l’offerta di base postale risultava correttamente definita e meglio conosciuta dei pur popolari titoli di Stato (67% dei buoni contro il 40% dei BTp). Fra i più attenti al risparmio postale i giovani fino a 34 anni.
Proprio la capacità distributiva delle Poste, rafforzata dalla creazione del braccio finanziario Banco Posta, negli anni ha fatto gola a molti. Nei circa 14mila uffici sono decollati prodotti e servizi propri, è stato garantito il buon collocamento di prodotti di terzi, a cominciare dalla imponente raccolta per Cassa Depositi e Prestiti (oltre 230 miliardi).
Del resto tutta l’architettura del colosso Poste si esprime per grandi numeri: sono oltre i 29,6 milioni i libretti di risparmio nelle varie forme. Erano 26,6 milioni nel 2010. Tre anni fa lo stock generale di libretti e buoni che faceva capo al gruppo pubblico era di 296 miliardi ed è ora, pur in un contesto di accentuate difficoltà economiche, di 313 miliardi.
Negli anni si sono fatti strada anche i conti correnti postali, che oggi raccolgono circa 27 miliardi di euro: un balzo del 594% rispetto al 1995. Nel caso di Poste, i conti correnti sono una voce minoritaria e nei circa 6 milioni di conti correnti postali, la giacenza media è di 4.500 euro (12.600 euro quella bancaria). Da questi numeri appare evidente come il conto corrente postale sia maggiormente utilizzato come strumento effettivo di pagamento, ma non bisogna dimenticare che i clienti delle Poste fanno massiccio ricorso ad altri strumenti, a partire dai libretti. Che sono strumenti di risparmio anche vincolati ma, a condizioni definite, anche subito liquidabili e con rendimenti appetibili.
Poste Vita è leader di mercato con riserve tecniche per oltre 60 miliardi di euro e una nuova raccolta per 12 miliardi di euro. Sviluppando un volume di nuova raccolta superiore ai 12 miliardi di euro.
Nel 2012 la compagnia era al primo posto nella graduatoria del Vita (secondo posto nei termini di graduatoria per “Gruppi” ). Accanto ai tradizionali prodotti di risparmio, Poste Italiane ha lanciato prodotti diventati popolarissimi come la carta prepagata Postepay, lanciata alla fine del 2002. È stata la prima prepagata ed è ancora la più diffusa. Con oltre 11 milioni di Postepay, Poste ha emesso complessivamente quasi 18 milioni di carte ed è il primo emittente di carte prepagate in Italia e in Europa. Circa 7mila gli sportelli automatici targati Postamat.
E poi il trading online dove il gruppo propone una piattaforma targata BancoPosta che è già terza per numero di clienti (1,2 milioni), e per numero di operazioni dispositive annue, (17 milioni).

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