Roubini avverte: “Siamo agli inizi di una nuova bolla del credito”

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“Siamo all’inizio di una nuova bolla sul credito, ma appena all’inizio. Tutti gli accadimenti sui mercati finanziari ad alto rischio che si sono manifestati nel 2006 e nel 2007 (e poi sono terminati nella grande crisi dell’autunno 2008) si stanno manifestando allo stesso livello di rischiosita’, se non peggiore”.

Questa l’interpretazione dello stato attuale dei mercati e dell’economia globale offerta da Nouriel Roubini, professore alla New York University e presidente di Roubini Global Economics, che ne ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata a Maria Bartiromo al canale Fox Business Network.

“Forse oggi non c’è una bolla sul mercato azionario americano”, ma la strategia di uscita dalle maxi iniezioni di liquidità da parte della Federal Reserve sarà così lenta che non mancheranno i presupposti di una nuova bolla, ha detto Roubini.

“Abbiamo creato una bolla subprime, una bolla immobiliare, una bolla sul credito, una bolla azionaria, una bolla finanziaria. E dopo, tutte le bolle sono scoppiate e c’è stato un crash. Questa volta, dopo cinque anni di politica a tassi zero, il QE1, il QE2, l’Operation Twist, il QE3, la Fed iniziera’ ad alzare i tassi solo a metà dell’anno prossimo”.

Il processo di normalizzazione dei tassi, a suo avviso, sarà molto lento. “Dunque, quali sono i rischi legati a questo processo molto lento? Creeremo di nuovo grandi bolle e queste grandi bolle porteranno a grandi crash”, e’ la risposta.

Roubini sottolinea che “bisognerà raggiungere la stabilità economica e la ripresa. E sopratutto bisognerà evitare squilibri sui mercati finanziari. Ma oggi le banche centrali hanno un altro obiettivo: la stabilità finanziaria”.

Il punto è che se la Federal Reserve uscirà (dalla politica monetaria ultra accomodante) troppo presto, “ci sarà un crash del mercato dei bond, e si ucciderà l’economia”. Se d’altro canto “la Fed uscirà troppo lentamente o troppo tardi, si creerà una bolla finanziaria, ed è questa la sfida più grande che la Fed dovrà affrontare nei prossimi tre, quattro anni”.

Il professore precisa che “siamo all’inizio anche di una grande bolla sul credito, appena al suo inizio, è un fenomeno non ancora sviluppato, ma tra un anno e due, quando i tassi saranno ancora poco al di sopra dello zero, il rischio sarà totalmente dispiegato”.

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