Il piano del Commissario straordinario Ermanno Martinetto per il salvataggio del Fonage, il fondo pensione degli agenti di assicurazione, è oramai l’unica soluzione realisticamente possibile per Roberto Salvi, presidente del GAAT, il gruppo agenti Toro. Salvi, protagonista a inizio anno di un’iniziativa finalizzata al risanamento dei conti del fondo nell’interesse di tutta la categoria, ricorda che già allora poté sostenere, grazie al lavoro di esperti attuari, che il disavanzo era inferiore ai 706 milioni di euro dichiarati dallo SNA, il sindacato nazionale agenti contrario al piano del Commissario Martinetto. Oggi la buona notizia per la categoria è che il disavanzo prospettico è effettivamente inferiore. “Continuo a sostenere – afferma il Presidente del GAAT – che il grave problema del Fondo Pensione Agenti vada affrontato, con la collaborazione di tutti, in una corretta prospettiva tecnica, tenendo conto dei rilevanti risvolti anche politici assunti dalla vicenda”.
Il 13 agosto scorso SNA aveva scritto una lettera al Commissario straordinario per ribadire la propria proposta di riequilibrio del Fonage. Martinetto ha risposto che la soluzione elaborata dallo SNA “non risulta conforme alla normativa in vigore”. Infatti il documento in questione “fa riferimento alla valutazione degli impegni pensionistici (riserve tecniche) considerando anche la componente contributi futuri degli attuali aderenti al Fondo”, mentre il Decreto Ministeriale 259/2012, sottolinea il Commissario straordinario, “richiede che l’importo minimo delle riserve tecniche venga calcolato in relazione alle pensioni di cui è già iniziato il godimento e agli impegni derivanti dai diritti già maturati dagli aderenti alla data di valutazione, quindi senza poter considerare i contributi futuri e i relativi diritti pensionistici”. Quindi le soluzioni proposte da SNA, essendo contrarie alla normativa vigente, non sono percorribili.
Tutti sono a questo punto d’accordo nel condividere il piano del Commissario Martinetto: dallo stesso ex Presidente del Fonage Francesco Pavanello, secondo il quale “è l’unico percorribile per la sopravvivenza del nostro fondo pensione ed è ben diverso da quello lacrime e sangue proposto dall’Ania”, sino a tutte le sigle sindacali, esclusione di SNA e di alcuni (pochi) Presidenti di Gruppo che in esso si riconoscono. “In considerazione di tutto questo, e non condividendo minimamente la pericolosissima e affatto costruttiva posizione strategica di SNA – afferma ancora Roberto Salvi – ho abbandonato la riunione del Comitato dei Presidenti SNA svoltasi a Milano il 22 settembre scorso. Mi auguro che il presidente SNA Claudio Demozzi ed i Presidenti di Gruppo presenti (tra l’altro molto pochi) possano cambiare la loro posizione sull’argomento e portare il loro contributo a una soluzione che eviti il rischio di una liquidazione coatta amministrativa salvando il fondo e le pensioni degli agenti.