Saras rivede l’utile nel primo trimestre 2022
Saras ha registrato ricavi in aumento a 2,950 miliardi di euro rispetto agli 1,629 miliardi realizzati nei primi tre mesi dello scorso esercizio grazie all'apprezzamento dei prodotti petroliferi e del prezzo di vendita dell'energia elettrica.
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Saras ha registrato ricavi in aumento a 2,950 miliardi di euro rispetto agli 1,629 miliardi realizzati nei primi tre mesi dello scorso esercizio grazie all’apprezzamento dei prodotti petroliferi e del prezzo di vendita dell’energia elettrica. Oltre a questo hanno avuto un effetto positivo sui conti sia l’andamento del cambio euro/dollaro, che nei primi tre mesi di quest’anno è stato pari a 1,12 (1,21 nel 2021 e 1,04 oggi), sia le maggiori produzioni di energia elettrica.

L’ebitda reported è balzato a 156,3 milioni dai 27,1 dello stesso periodo del 2021, nonostante il piano manutentivo più oneroso, il contesto di mercato più complesso dal punto di vista degli approvvigionamenti della materia prima e le disottimizzazioni indotte dalle chiusure del porto nel mese di marzo.  Positivo anche il risultato netto reported, pari a 76,6 milioni rispetto alla perdita di 23,8 milioni dei primi tre mesi dell’esercizio precedente. Un dato che non include gli impatti della tassazione degli extraprofitti “in corso di definizione”, ha precisato la società.

Anche l’ebitda comparable del gruppo è migliorato a 62 milioni dalla perdita di 11,2 milioni conseguita nei primi tre mesi del 2021. Tale risultato non include l’effetto positivo dello scenario sulle differenze inventariali tra inizio e fine periodo, include gli impatti dei derivati su cambi ed esclude le poste non ricorrenti. Mentre il risultato netto comparable è stato pari a 13,3 milioni da una perdita di 47 milioni.

Infine, a fronte di investimenti in leggero aumento a 24,1 milioni (21,7 milioni nel medesimo periodo del 2021) per il segmento Industrial & Marketing e le maggiori attività di manutenzione realizzate, la posizione finanziaria netta al 31 marzo, ante effetti dell’applicazione dell’IFRS 16, è risultata negativa per 445,2 milioni rispetto alla posizione negativa per 453,4 milioni riportata al 31 dicembre 2021.

Oggi, “gli effetti che i recenti accadimenti di natura geopolitica determinano sui mercati di riferimento, se pur soggetti a elevata volatilità e incertezza che non consentono di quantificarne gli impatti economico finanziari per l’anno 2022, lasciano prevedere nel secondo trimestre un miglioramento della posizione finanziaria netta. In particolare, pur in presenza dei maggiori costi energetici, dato l’aumento dei margini di raffinazione, è prevedibile un impatto positivo sul capitale circolante a seguito dell’apprezzamento dei grezzi e dei prodotti petroliferi”, ha previsto Saras. Il tutto a fronte di investimenti previsti a 150 milioni nel 2022: 123 milioni nel segmento Industrial & Marketing e 27 nel segmento Renewable.

Adottato un nuovo benchmark di raffinazione: l’EMC Reference margin

Saras ha anche reso noto di aver adottato un nuovo benchmark di raffinazione, l’EMC Reference margin in modo da superare le criticità evidenziate dal precedente EMC benchmark (ovvero per tenere conto della variabilità dei costi energetici e rimuovere l’effetto distorsivo del grezzo russo Ural nello slate di grezzi).

E a proposito del segmento Industrial & Marketing ha avvertito che “la volatilità e l’incertezza che si registrano attualmente sui mercati delle commodities non consentono di quantificare in modo attendibile gli impatti economico finanziari legati all’evoluzione dello scenario”. Tuttavia, l’andamento osservato dall’inizio di aprile insieme alle stime delle società di analisi del settore hanno portato la società a prevedere margini di raffinazione ancora elevati nel caso del diesel, per l’attuale indisponibilità di importazioni dalla Russia.

Previsto nel 2022 un premio di raffinazione medio su base annua di 6-7 dollari al barile 

E ancora: crack della benzina in aumento rispetto ai valori osservati alla fine del mese di marzo. Per quanto riguarda, poi, i costi energetici è prevedibile che il PUN si mantenga elevato in funzione della volatilità delle quotazioni del gas naturale. Quindi, Saras si aspetta di poter conseguire quest’anno un premio medio annuo rispetto all’EMC Reference margin compreso tra 6 e 7 dollari al barile. Si ricorda che le assunzioni adottate dalla società per il budget 2022 prima dello scoppio della crisi ucraina portavano a considerare un EMC medio nel 2022 pari a circa 1,6 dollari al barile, sulla base del quale il management stimava di conseguire un premio annuo medio del segmento Industrial & Marketing compreso tra 4 e 4,5 dollari al barile. Post conti, il titolo Saras schizza del 7,25% a quota 1,056 euro.

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