Seduta iniziata all’insegna delle vendite per Assicurazioni Generali
Assicurazioni Generali ha pubblicato i conti dei primi nove mesi del 2020, comunicando che non verrà riconosciuta la seconda parte del dividendo di 0,96 euro del bilancio 2019, pari a 0,46 euro.

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Assicurazioni Generali ha pubblicato i conti dei primi nove mesi del 2020, comunicando che non verrà riconosciuta la seconda parte del dividendo di 0,96 euro del bilancio 2019, pari a 0,46 euro.

La decisione fa seguito alla richiesta da parte del Comitato Europeo per il Rischio Sistemico, che a maggio 2020 aveva chiesto a banche e assicurazioni di stoppare i dividendi almeno fino a gennaio 2021 per far fronte alla crisi innescata dal Covid-19. La società fa comunque sapere che proseguirà la politica delle cedole con l’obiettivo di distribuire tra i 4,5 e i 5 miliardi di euro tra il 2019 e il 2021. L’anno prossimo quindi, se l’IVASS lo permetterà, il Leone Trieste mira a distribuire anche la seconda tranche del dividendo 2019.

Generali: i risultati dei primi 9 mesi del 2020

Nei primi nove mesi del 2020, Generali Assicurazioni ha registrato un utile operativo di 4,02 miliardi di euro, sopra le previsioni di 3,87 miliardi di euro. Meglio delle attese anche il risultato netto, che ha toccato quota 1,297 miliardi di euro (stime a 1,28 miliardi).

Il dato è tuttavia inferiore del 40% rispetto a quanto segnato nel medesimo periodo del 2019, penalizzato tra le altre cose da 310 milioni di euro di svalutazioni nette su investimenti legati all’andamento dei mercati, 183 milioni di euro per la conclusione dell’arbitrato sulla cessione di BSI, dai 100 milioni di euro messi nel Fondo Straordinario Internazionale per l’emergenza da pandemia e da 73 milioni di euro per l’operazione di liability management.

L’utile netto normalizzato, ottenuto senza considerare gli ultimi due punti menzionati prima, si è invece attestato a 1,629 miliardi di euro. Per quanto riguarda i premi lordi invece, questi sono stati pari a 51,989 miliardi di euro (+0,3% rispetto al 2019). La misurazione è stata spinta dal segmento vita (+0,4%), mentre rimane stabile quello danni. La rilevazione è tuttavia inferiore al consensus di 52,24 miliardi di euro.

Al 9 novembre 2020 il Solvency Ratio è stato pari al 207%, inclusa la sottoscrizione all’aumento di capitale di Cattolica. Il dato è all’interno dell’intervallo desiderato del 180%-240%, e il risultato post stress test è al di sopra del 150% del limite minimo fissato dal Risk Appetite Framework.

Per gli analisti di Jefferies gli ultimi dati finanziari di Generali mostrano una performance forte in tutte le divisioni. Tuttavia delude la decisione di limitare le cedole nonostante un Solvency Ratio che a fine settembre è stato pari al 203%. Gli esperti confermano il giudizio “hold” sulle azioni del Leone di Trieste con un target price di 13,48 euro.

Generali: le previsioni per il 2020

Il gruppo Generali ha reso noto che il risultato operativo continuerà ad essere resiliente nel 2020, ma in flessione rispetto al 2019. Il Covid-19 ha influenzato in particolar modo la raccolta delle assicurazioni sui viaggi. L’incertezza rimane anche sul lato delle sinistralità e l’azienda sostiene che può comunque contare su un business mix favorevole e su “solide condizioni contrattuali delle polizze”. Per ridurre l’impatto sui ricavi inoltre, Generali mira a ridurre ulteriormente la base di costi. A detta di Frédéric de Courtois, General Manager di Generali, in caso di nuovo lockdown il gruppo dovrebbe rimanere resiliente.

Generali: analisi tecnica e strategie operative

La corsa di Generali in Borsa si è fermata a ridosso della duplice resistenza a 13,48 euro, dove transitano sia il livello orizzontale espresso dati top del 14 aprile 2020 che la linea di tendenza ottenuta collegando i massimi dell’8 giugno e 21 luglio 2020. La seduta di ieri è indicativa, in quanto ha confermato il rallentamento dei compratori che oggi potrebbe dare inizio a una prima correzione.

Un primo obiettivo del potenziale ritracciamento sarebbe quindi individuabile sulla soglia psicologica dei 13 euro, dove passa la trendline disegnata con i minimi del 24 marzo e 20 maggio 2020. Ulteriore debolezza potrebbe poi spingersi verso il livello degli 11,44 euro, dove passa il coriaceo supporto espresso dai lows dello scorso 24 marzo.

Al contrario, un breakout di 13,67 euro aprirebbe scenari particolarmente positivi per il titolo, che in prima battuta avrebbe la possibilità di spingersi verso la chiusura del gap up aperto dal 9 marzo. Da un punto di vista operativo, si potrebbero valutare strategie di natura short da 13,24 euro, con stop loss a 13,67 euro e obiettivo a 12,74 euro.

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