Serie A: si ricomincia
Finalmente il ritorno del calcio è diventato realtà.
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Finalmente il ritorno del calcio è diventato realtà. Quella realtà tanto bramata ma che ad un certo punto pareva esser stata messa in quarantena perpetua, confinata dietro un coacervo di obiezioni, paure, critiche e rilievi, cagionando nei poveri tifosi ed addetti ai lavori più o meno lo stesso stress emotivo che accusarono i sopravvissuti della guerra del Vietnam. Adesso che i “presumo, penso, medito e reputo” pare siano stati appiedati, è tempo di rituffarci, non solo a parole, nel campionato più atipico dai tempi della “Buonanima” (andate a rivedervi Totò in “I tartassati”). Certo, sarà un torneo qualitativamente di gran lunga inferiore agli standard cui siamo abituati, coi calciatori chiamati a dare fuoco a delle polveri umide, ed in certi casi fradicie, di acqua e … di quiescenza. Con il fattore campo (per via delle porte chiuse, che più in là, mi auguro, diverranno socchiuse) che andrà a farsi benedire – previo distanziamento, s’intende – e la conseguente mancata spinta emotiva che verrà meno, con buona pace di chi vi si affidava per dirottare gli equilibri su arterie più praticabili. Così assisteremo a partite molto soporifere e poco saporite, con giocatori che scenderanno nella verde arena col timore d’incorrere in qualche contrattempo muscolare (Bundesliga docet), e con l’aspirazione di salvaguardarsi in vista delle partite di grido. Certo, dopo tanto soffrire i tifosi avrebbero meritato più rispetto. Giocare alle 21,45 oltre a rappresentare un’assurdità, mostra in tutto il suo splendore un oltraggio alla passione di coloro che non soffrono d’insonnia cronica, e che magari, chissà, l’indomani, per onorare cotanta passione, si vedranno costretti a darsi malati per non recarsi al lavoro. Perché, per strano che possa sembrare, c’è gente che che sinora per mantenersi in vita deve lavorare, e magari lo deve fare sotto il sol leone estivo, lo stesso sole che l’AIC ha tanto temuto, inducendo, con una forza persuasiva senza precedenti, chi di dovere a fissare la maggior parte degli incontri di Serie A in orari da notte di Natale. Non sia mai che un Ibrahimovic o un Mertens – a proposito, complimenti per il record di gol in maglia napoletana centrato in Coppa Italia – si debbano veder costretti ad asciugarsi la fronte sudata… Eppure quando in pieno inverno si ritrovano a rincorrere un pallone sotto la neve, nessuno dà fiato alle trombe. Mah…Felix qui potuit rerum cognoscere causas Virgilio

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