“Prestito della Speranza”, il progetto di microcredito promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’ABI per finanziare le famiglie in difficoltà e le microimprese, entra nella terza fase.
Dopo aver erogato finora 26 milioni di euro attraverso 4.500 micro finanziamenti, a partire dal 2 marzo, attraverso la rete delle Caritas diocesane, il “Prestito della Speranza 3.0” sarà riproposto su tutto il territorio nazionale nelle filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo, con l’obiettivo di erogare 100 milioni di finanziamenti garantiti da un fondo di 25 milioni costituito da risorse della CEI, provenienti dall’8×1000 e affidato a Banca Prossima, la banca del Gruppo dedicata al no profit laico e religioso.
Il nuovo Prestito della Speranza, oltre a rivolgersi alle categorie rese oggi più vulnerabili dal contesto economico-sociale (over fifty espulsi dal sistema produttivo, nuovi italiani, genitori separati, coppie di lavoratori non stabilizzati), fissa due nuovi focus specifici: i progetti di vita e di autoimprenditorialità dei giovani e le imprese start-up.
Ecco le due forme di credito e le relative modalità di erogazione:
- Credito sociale, destinato alle famiglie disagiate, con un prestito di importo massimo di 7.500 euro erogato in 6 rate bimensili di € 1.250 ciascuna come forma di sostegno al reddito. Il tasso applicato, che si avvale del funding BCE (TLTRO) e della garanzia assicurata dalla CEI, è fisso e pari al 2,50%, con una rata mensile media indicativa di 138 euro e una durata di 6 anni.
- Credito fare impresa, per le microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un importo massimo in unica soluzione di 25 mila euro. Tasso fisso: 4,60%, con una rata/mese stimata in 468 euro. Durata: 6 anni.