Si mette male anche oggi per i rialzisti in Borsa
borsa italiana

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È un’altra seduta decisamente negativa in Europa e sui listini azionari mondiali. Petrolio di nuovo in aree a 27-28 dollari al barile e ondata di vendite in Asia, dove i mercati sono scesi ai minimi di 4 anni. Dopo quella cinese, anche la Borsa giapponese, in calo del 3,7% quest’oggi, è entrata in una fase di mercato ribassista. L’indice di Hong Kong ha toccato i minimi di tre anni e mezzo.

Gli indici Euro STOXX 50, Dax tedesco e Cac francese sono tutti e tre in ribasso di almeno tre punti percentuali. L’avvertimento dell’AIEA, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, secondo cui il “mondo potrebbe affogare nell’eccesso di offerta di petrolio”, ha messo ulteriormente sotto pressione le quotazioni del greggio, in calo del 2-3%, e di riflesso il settore energetico e minerario.

A Piazza Affari, -21,5% da luglio ma +1% ieri, anche oggi – un’altra seduta da dimenticare – le osservate speciali saranno le banche. Secondo un’analisi di Mediobanca la Bce starebbe ostacolando in tutti i modi le operazioni di acquisizione e fusione nel settore. Intanto la Consob ha prolungato il divieto di vendite allo scoperto sui titoli MPS, tartassati dagli ordini di vendita negli ultimi giorni.

Le perdite che hanno interessato le popolari e Unicredit ieri non sono un evento isolato. Nell’ultimo semestre, mentre la Borsa di Milano cedeva il 21,5% il comparto bancario è stato protagonista di ribassi ancora più pesanti, con istituti che hanno perso anche più della metà della propria capitalizzazione. Il tutto mentre l’indice del settore bancario europeo (lo Stoxx Europe 600 delle banche) ha perso circa il 30%.

Dal luglio del 2015, ovvero da quando il Ftse Mib aveva riagganciato la soglia dei 24mila punti che non si vedeva dal crac di Lehman Brothers a settembre 2008, la peggiore performance è quella di Monte dei Paschi di Siena. Il titolo ha visto andare in fumo il 65% della sua capitalizzazione, nonostante gli ultimi due aumenti di capitale imposti dalla Banca centrale europea. Da ieri Siena capitalizza meno di 2 miliardi di euro. La quota della Fondazione vale ormai 34 milioni.

Forti vendite anche sull’altra sorvegliata speciale della Bce: Banca Carige. Il gruppo genovese, che dovrebbe trovare un partner per uscire dall’incertezza, ha dimezzato il proprio valore (-54%) in Borsa, dove adesso vale circa 660 milioni di euro. Non va meglio alle due ‘big’: UniCredit ha ceduto il 36,7% e Intesa Sanpaolo 25%.

Perdite significative anche per il gruppo delle Popolari, nonostante l’atteso consolidamento del settore innescato dalla riforma del governo per per la trasformazione in Spa: il Banco Popolare ha perso il 40%, Ubi Banca il 37,8%, Bper il 34,5%, la Popolare di Milano il 20%. Tra le banche che hanno ceduto meno c’è infine Mediobanca (-19,6%).

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