Si sono svolte le elezioni presidenziali statunitensi del 2020
I cittadini Usa che hanno compiuto 18 anni d’età hanno votato per eleggere il loro nuovo presidente che resterà in carica per i prossimi quattro anni.
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I cittadini Usa che hanno compiuto 18 anni d’età hanno votato per eleggere il loro nuovo presidente che resterà in carica per i prossimi quattro anni. Il risultato, tuttavia, è ancora in bilico. Occorrerà completare lo spoglio delle schede inviate per corrispondenza per sapere il nome del vincitore.

A sfidarsi per la Casa Bianca sono l’attuale presidente Donald Trump, esponente del Partito repubblicano, e Joe Biden, candidato del Partito democratico. I vicepresidenti scelti dai due contendenti sono, rispettivamente, Mike Pence e Kamala Harris.

Dopo aver analizzato lo scenario iniziale insieme ad una serie di esperti nel settore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, LifeGate segue in diretta con voi lo spoglio.

Non sono ancora stati diffusi i tassi di affluenza ufficiali, ma circolano alcune stime autorevoli. Secondo Micheael McDonald, professore all’università della Florida che gestisce il sito indipendente Us Election Project, il 66,9 per cento degli aventi diritto ha votato, per un totale di 160 milioni di persone. Se confermato, sarebbe il dato più alto degli ultimi 120 anni; molto superiore anche rispetto al 60,1 per cento del 2016, che già si attestava ben oltre la media. Determinanti per le elezioni 2020 soprattutto i 101 milioni di early voters, che hanno scelto il voto anticipato nei seggi o via posta.

Sono 9 gli stati federali che, secondo la Cnn, sono ancora da assegnare: Alaska, Arizona (dove però Associated Press dà per vincitore Joe Biden), Georgia, Michigan, Maine, Nevada, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin. Sempre secondo la Cnn, proprio in Wisconsin si sarebbe registrato il sorpasso di Biden, che fino a poche ore fa veniva dato perdente con ben 109mila voti di differenza rispetto a Trump. Nelle precedenti elezioni del 2016 aveva vinto Donald Trump, con un vantaggio di 22mila voti.

Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. Le sorti degli Stati Uniti si potrebbero giocare in gran parte in questi tre stati federali. E a decidere da che parte si schiereranno, e chi sarà dunque il prossimo presidente tra Joe Biden e Donald Trump, saranno ancora una volta gli operai bianchi della cosiddetta “rust belt”. La “cintura della ruggine” che nel 2016 regalò la vittoria al miliardario americano.

Non è un caso se proprio questi elettori sono stati oggetto di grandi attenzioni da parte di Joe Biden nel corso della campagna presidenziale. A differenza di Hillary Clinton, che li aveva sostanzialmente snobbati quattro anni fa.

“Come molti di voi – ha dichiarato il candidato democratico rivolgendosi agli operai – ho passato gran parte della mia vita con tipi come Donald Trump che mi guardavano dall’alto in basso”. Ha quindi citato a più riprese le sue origini modeste: “Un lavoro è molto più di un assegno a fine mese. È una questione di dignità, di rispetto. È questione di un ruolo in una comunità”. Dall’efficacia di queste parole dipende il risultato delle elezioni.

Va detto però che anche un altro stato potrebbe risultare determinante: il Nevada. Benché esso abbia infatti soltanto 6 grandi elettori, al momento occorre considerare che Joe Biden ne ha ottenuti 238. Quindi, qualora dovesse vincere nel Michigan (16 grandi elettori) e nel Wisconsin (10), basterebbero i 6 del Nevada per raggiungere i 270 necessari per l’elezione. Indipendentemente dal risultato della Pennsylvania, sulla quale sono puntati molti occhi. Allo stesso modo, occorre tenere d’occhio il risultato in Georgia, dove i grandi elettori sono 16.

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