Siccità, fermo il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura
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C’è il depuratore di Fregene, che grazie ad un trattamento spinto dell’acqua ne permette il riutilizzo per l’irrigazione dei campi agricoli; Il Sistema integrato delle acque reflue urbane e del riuso di Peschiera Borromeo nell’area periurbana di Milano; il progetto di San Benedetto del Tronto con l’implementazione dei processi di trattamento che permetteranno all’acqua recuperata di poter essere utilizzata per l’irrigazione; infine l’impianto di Fasano-Forcatella (Br), in Puglia, che intercetta le acque del depuratore comunale e dopo averle affinate, le distribuisce a 50 aziende agricole. Sono cinque esempi italiani virtuosi di riutilizzo dell’acqua in ambito agricolo studiati e promossi dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea. Esperienze che in tempi di siccità diventano ancora più importanti.

Potenziale di 9 miliardi di metri cubi

Secondo l’indagine Il riutilizzo delle acque reflue in Italia, realizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche), il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura ha un potenziale enorme: 9 miliardi di metri cubi all’anno, è l’acqua esce dai depuratori. Purtroppo in Italia viene sfruttato a causa di limiti normativi, pregiudizi degli agricoltori, e una governance non ancora ben definita, solo per il 5% (475 milioni di metri cubi).

Incontro emergenza siccità

Per questo Legambiente chiede al governo di definire un piano di razionamento dell’acqua per agricoltura, usi civili e industriale per una tempestiva riduzione dei prelievi, diffondere e praticare in agricoltura il riutilizzo delle acque reflue depurate, superando gli ostacoli normativi nazionali legati al DM 185/2003, con l’attuazione del regolamento UE 741/2020, e indirizzare fin da ora la produzione del 2023 verso attività agricole meno idroesigenti rivedendo i sistemi di irrigazione che favoriscano la riduzione dei consumi. Le richieste arrivano in vista del primo incontro interministeriale per l’emergenza siccità, il 1° marzo a Palazzo Chigi, presieduto dalla premier Giorgia Meloni.

Legambiente: superare normative

Secondo Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, «Oggi c’è un potenziale enorme non utilizzato a causa di una normativa nazionale inadeguata e superata anche dal regolamento europeo del 2020 dedicato proprio al riuso, che va applicato subito anche nel nostro Paese. Ci sono poi le risorse del Pnrr e quelle a disposizione del commissario per l’adeguamento del sistema depurativo, su cui stiamo ancora pagando decine di milioni di euro all’anno di multe europee, che devono essere indirizzate anche in questa direzione. L’agricoltura è il settore che risente principalmente della scarsità dell’acqua e al tempo stesso è il principale protagonista nella sfida per ridurre sprechi e consumi. Occorre una riconversione del sistema di irrigazione che punti su sistemi di microirrigazione a goccia, la diffusione di colture e sistemi agroalimentari meno idroesigenti e una revisione del sistema di tariffazione degli usi dell’acqua basato su premialità e penalità per valorizzare le esperienze virtuose».

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