Svolte Banche e Imprese: ora il credito piace alternativo

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Mettere 180 miliardi di euro a disposizione delle imprese entro il 2016. Ambizioso? Forse. Possibile? Tecnicamente sì. L’Agenda del credito messa a punto da Confindustria oggi deve confrontarsi con una nuova stagione di disponibilità della banche verso il finanziamento delle imprese, grazie anche alle recenti mosse della Bce. 

La proposta
Possibile parlare di una nuova era del credito? Assistiamo all’estinzione del sistema bancario a sostegno delle imprese a causa dell’era glaciale del credito? «No, non siamo a questo punto — sorride Vincenzo Boccia, presidente del comitato credito e finanza di Confindustria ed ex presidente della Piccola Industria —. Credo però che i tempi siano maturi per un sistema complementare del credito, una seconda gamba che aiuti le imprese, soprattutto le piccole, a crescere e risalire la china. Non si può fare del tutto a meno delle banche, però i finanziamenti vengono assegnati con criteri sempre più selettivi. C’è bisogno di crescita per sviluppare il credito e quindi bisogna percorrere strade alternative eliminando lo spread tra paese e aziende virtuose. Il mondo è pieno di liquidità e di investitori dagli enormi potenziali. Noi dobbiamo attrezzarci per intercettarli».
Per farlo Confindustria ha individuato tre pilastri fondamentali: i debiti con la Pubblica amministrazione, gli strumenti di debito alternativi e promuovere il rafforzamento patrimoniale delle imprese. «In realtà serve un piano organico molto ampio — avverte Boccia — in cui sta dentro anche il rafforzamento dei sistemi Confidi, la messa a punto del Fondo dei garanzia e del Fondo dei fondi. Le imprese devono pensare a crescere in modo dimensionale o aggregativo, per esempio per potersi permettere i mini bond che per ora sono costosi per i più piccoli. Lo scenario futuro deve essere quello di imprese piccole che diventano medie e di quelle medie che diventano grandi. Riuscirci non è un miraggio nè un esercizio di retorica. Esiste un piano concreto, ma serve uno sforzo congiunto del Paese e del sistema economico imprenditoriale».
Il progetto prevede come primo passo quello di assicurare il pieno rispetto dei termini di pagamento previsti dalla direttiva europea Late Payment . A tal fine, l’avvio della fatturazione elettronica tra imprese e pubblica amministrazione rappresenta un passaggio fondamentale.
Garanzie e fondi
Il secondo passo prevede il rafforzamento degli strumenti di garanzia con speciale attenzione ai Confidi per i quali, secondo Confindustria, occorre affrontare il tema della patrimonializzazione, attuando le misure contenute nella Legge di Stabilità 2014 e attivando ulteriori risorse provenienti dal sistema camerale e dai fondi strutturali. Serve, inoltre,promuovere una riorganizzazione del sistema, favorendo le aggregazioni.
La terza via è quella del finanziamento del debito per esempio con i mini bond ma anche attraverso la costituzione di un «fondo di fondi» che investa in fondi di «private debt». In tal senso gli imprenditori giudicano positiva l’iniziativa allo studio da parte del Fondo italiano d’investimento che prevede, con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, la costituzione di un fondo di fondi. Ma anche l’attuazione tempestiva della disposizione del decreto legge «Destinazione Italia», che prevede la possibilità per il Fondo di garantire sgr che sottoscrivano obbligazioni e titoli similari emessi da Pmi e la rimozione dei vincoli civilistici al collocamento di obbligazioni. Senza dimenticare che il Fondo italiano d’investimento può entrare in una fase due e puntare alla costituzione di nuovi fondi di capitale di rischio e di debito.

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