Taglio tasso di riferimento BCE, gli effetti sui mutui

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Come ampiamente anticipato dai mercati giovedì scorso è finalmente arrivato il taglio dei tassi di interesse di 0,25% da parte della Banca Centrale Europea che ha così portato il tasso di riferimanto dallo 0,75% allo 0,50%. Il taglio influirà maggiormente sui mutui variabili indicizzati a questo stesso tasso purchè privi di Floor (tasso minimo applicabile), il vantaggio dei mutui a tasso variabile che adottano come tasso di riferimento l’Euribor è ridotto in quanto l’euribor dall’ultimo taglio dei tassi da parte della BCE risalente a luglio 2012, ha continuato a scendere imperterrito anticipando come dicevo le mosse della BCE che come spesso accade in questi ultimi anni arrivano in ritardo risultando spesso troppo deboli e poco efficaci.

Quanto risparmieranno i mutuati mensilmente grazie al taglio dei tassi?

Dipende dal capitale residuo del mutuo, dallo spread, dalla durata residua, dal tasso d’ingresso e dal tipo di piano di ammortamento adottato,più alto è il capitale residuo, più lunga la durata residua, maggiore lo spread e maggiore sarà il risparmio sulla rata.

Ricordo che il risparmio sarà subito evidente, già dalla prossima rata, per i mutui indicizzati BCE, mentre il risparmio sui mutui indicizzati Euribor sarà graduale e sicuramente minore in quanto l’euribor è già arrivato quasi a zero, gli ultimi rilevamenti infatti danno l’euribor 1M a 0,113%, il 3M a 0,201% ed il 6M a 0,302%, perciò i margini di miglioramento sono molto limitati.

Certamente le mosse della BCE non sono mirate all’abbassamento delle rate dei mutui ma dovrebbero servire a stimolare consumi ed investimenti, ritengo invece che per quanto riguarda l’Italia serviranno solo ad aiutare le banche a risanare i bilanci, e che non vedremo nessun effetto sull’economia reale.

Una cosa è certa, tutti i possessori di un mutuo a tasso variabile potranno usufruire di tassi bassi ancora per un lungo periodo.

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