Torino inaugura un hub per le soluzioni che hanno un impatto condiviso
La Sharing Economy si ridefinisce e si struttura

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Che sia un colosso come Uber, una piccola associazione di volontariato o un singolo cittadino – nella smart city – tutti si fanno avanti esprimendo bisogni e cercando di trarre vantaggi dalla vita delle città, dalle relazioni. “Ma le tecnologie non sono neutrali – spiega Lorenzo Benussi del consorzio Top-IX , – Il modo in cui le progetti e le crei condiziona il processo”. Processi che è necessario conoscere, dalla sharing economy alla social innovation, dall’open government ai big data.

Per questo motivo nasce a Torino la scuola di tecnologie civiche che vuole essere un luogo di formazione rivolto a startupper, imprenditori sociali, amministratori, policy maker, attivisti nelle Ong.  Nata per iniziativa del consorzio e dell’associazione Rena (in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e la Fondazione Torino SmartCity, in partnership con SocialFare® e col supporto di healthy Reply), la scuola partirà con una quattro giorni (dal 19 al 22 maggio nella sede di Rinascimenti Sociali) a cui particeranno 50 persone con 40 docenti.

“La formazione fa parte di un più ampio progetto – aggiunge Benussi – Vogliamo porci come un hub di competenze e progettualità”. Questo nodo – che si chiamerà  Plexum – vuole fare da interscambio sulle tematiche civic tech in Italia. D’altra parte l’Europa ha sottolineato l’importanza del tema all’interno di Horizon 2020, mentre sono molto attivi centri come Nesta con il progetto Civic Exchange, Open Knowledge Fundation, l’Open Data Institute e Mysociety. Negli Stati Uniti il settore 6,4 miliardi di dollari (secondo Idc) mente il  Govtech Fund, fondo di investimento dedicato a progetti civic tech, vale 23 milioni di dollari.

Per tecnologie civiche si intende un ambito di soluzioni molto diverse tra loro. “Comprende sia le soluzioni che hanno impatto sociale sulla vita e il governo della città e la sostenibilità dei territori, sia quelle che progettano modalità efficaci di partecipazione” spiega Benussi.
Un altro aspetto innovativo è legato alla Pubblica amministrazione. “La scuola aggiunge una competenza in più a Torino, capitale italiana dell’innovazione e seconda città in Europa – ha detto Enzo Lavolta, assessore all’Innovazione della città –  e può aiutare a migliorare la gestione dei servizi pubblici, per esempio nella scelta di quali beni e servizi acquistare”

Hackaton per rifugiato
Sotto il cappello di Plexum si svolgerà nel weekend del 21-22 maggio la seconda edizione italiana di Techfugees, la maratona per sviluppatori che riunisce le migliori risorse della comunità tecnologica europea e progettare soluzioni innovative e utili a favore dei rifugiati.
Ideata l’anno scorso a livello internazionale da Mike Butcher, direttore di TechCrunch, con l’obiettivo di  mettere in contatto il mondo tecnologico e quello delle Onlus, la sfida torinese sarà progettare alternative innovative all’Sms solidale per la raccolta fondi in momenti di emergenza ma è ben accetta ogni idea, proposta e progetto innovativo a favore dei rifugiati. La ong Intersos lancerà brief e idee di sviluppo ai partecipanti.

Techfugees Italia è guidato da Benedetta Arese Lucini, che, dopo la prima
edizione italiana lo scorso novembre a Roncade nella sede di H-Farm, lancia l’evento a Torino insieme a Consorzio TOP-IX, in collaborazione con l’Associazione Rena e StartMiUp. I partner tecnici sono Ojoo app che permette di creare game app senza bisogno di saper programmare, e Helperbit, la startup che sfrutta la tecnologia blockchain nei settori dell’assistenza umanitaria e assicurativo, migliorando la trasparenza e riducendo gli intermediari grazie a un sistema di donazioni P2P.

Gli sponsor Paypal Italia e Motorola Solutions offrono ai vincitori premi e supporto dei rispettivi team di sviluppo per la realizzazione del progetto in applicazioni concrete, che possano avere un utilizzo effettivo.
La sfida di TechfugeesTorino è aperta a tutti: non occorre essere tecnici o
professionisti. Sono ammessi gruppi già formati o singoli, che verranno inseriti in gruppi multidisciplinari.

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