Troppa severità nei confronti delle banche non aiuta la ripresa
Il difficile governo in banca uic

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E questo il senso del messaggio inviato dalla Banca d’ Italia alla Bce che sta completando la verifica sull’adeguatezza del patrimonio dei 120 istituti di credito sottoposti alla sua vigilanza in relazione ai rischi assunti chiedendo, nel caso, dei correttivi e fissando dei requisiti quindi caso per caso. Gli esiti di questo esame (Srep), che diventeranno definitivi entro novembre, sono via via comunicati alle banche cui spetta decidere se renderli o meno noti e non dovrebbero – stando alle indiscrezioni – risultare negativi per la quasi totalità (12) dei 14 gruppi italiani coinvolti. La Banca d’Italia tuttavia ha insistito e insiste affinché Francoforte non adotti decisioni «ingiustificate» e «arbitrarie» imponendo nuovi e più alti requisiti patrimoniali, penalizzanti per il credito e per la ripresa economica. In una lettera inviata a fine agosto al consiglio di supervisione della Bce, presieduto da Daniele Nouy, il vicedirettore generale della banca centrale italiana, Fabio Panetta che fa parte del Consiglio, ha rilevato come «un significativo aumento delle richieste di capitale nell’attuale congiuntura potrebbe mettere a rischio la ripresa». Panetta ha poi ricordato come anche le misure straordinarie messe in campo dalla Bce per contrastare la bassa inflazione e sostenere la crescita potrebbero «andare in disaccordo con un ingiustificato e generalizzato inasprimento degli obiettivi di capitale», basato su di un cambiamento nei criteri per il loro calcolo.
Da Palazzo Koch non sono arrivati commenti alla notizia della lettera, diffusa da Bloomperg perché sarebbe una violazione grave degli obblighi di riservatezza ma certo non si può trascurare il fatto che Panetta ha in più occasioni sottolineato l’esigenza di coniugare la stabilità del sistema del credito, italiano ed europeo nel suo insieme, con un’adeguata disponibilità di prestiti verso famiglie e imprese per finanziare la ripresa economica. Il vicedirettore generale dell’Istituto di via Nazionale era stato anche più esplicito chiedendo alla Bce di non essere troppo dura con le banche ed evidenziando i pericoli di aumenti o variazioni dei requisiti di capitale.
Il problema non riguarda, in ogni caso solo le banche italiane se è vero, come ha riferito la stampa internazionale, che le autorità francesi hanno ottenuto dalla Bce la limatura degli obiettivi di capitale dello 0,25% fissato singolarmente per ogni banca in cambio dell’impegno a puntare a raggiungere l’obiettivo.
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