Truffa a Banca Carige, Vicepresidente Abi Berneschi progettava fuga in Svizzera

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All’indomani della notizia sulla truffa che ha colpito Banca Carige emergono dettagli sulle responsabilità del vicepresidente dell’Abi ed ex presidente del cda di Carige, Giovanni Berneschi, agli arresti domiciliari per presunta truffa e riciclaggio ai danni della banca.

“Il fermo di Berneschi è stato disposto perchè esisteva pericolo concreto di fuga all’estero e anche di inquinamento probatorio, attraverso contatti che il presidente del Cda di Banca Carige ed ex presidente Abi aveva negli ambienti giudiziari”, ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.

“Il pericolo di inquinamento probatorio per Berneschi – scrive il gip Adriana Petri – è testimoniato altresì da alcune intercettazioni telefoniche che hanno evidenziato presunte entrature dell’indagato negli ambienti giudiziari di Genova e di La Spezia per il tramite di tale Andrea Baldini al quale egli avrebbe ripetutamente chiesto di verificare se vi sono procedimenti penali a suo carico”.

“Dalle ultime intercettazioni acquisite – precisa il gip – emerge che l’indagato non escluda la possibilità di stabilire la propria residenza all’estero ove afferma di avere la disponibilità di un immobile”.

Parlando con un’interlocutrice al telefono Berneschi dice che potrebbe andare a lavorare “in Svizzera presso l’UBS – così si legge nell’ordinanza – nonchè di avere la disponibilità di un appartamento a Lugano”.

Infine annota il gip che Berneschi in una intercettazione ambientale chiede uno “spallonaggio di valuta all’estero”, vale a dire il trasferimento di denaro.

Il gip scrive che Menconi (Ferdinando Giovanni Menconi, ex amministratore di Carige Vita Nuova, tra gli arrestati), vantava con un ragioniere suo amico “conoscenze presso gli uffici giudiziari della Procura della Repubblica di Genova”. Di fatto Menconi è stato per anni l’alter ego di Berneschi nel ramo assicurativo, con magistrati, carabinieri agenti segreti.

“Con il magro (Berneschi) sì che si guadagnava bene”, risulta da una intercettazione tra Menconi e un algtro arrestato, l’imprenditore Calloni. Il magro sarebbe Berneschi, tanto che si parla della truffa come di una vicenda orchestrata dalla “banda del magro”, di fatto un’associazione per delinquere dedita alle truffe e al riciclaggio. La conversazione riguarda l’assenso di Menconi a concludere la vendita del 50% della Darien Holdings in favore di Berneschi la cui offerta era stata di 3,5 mln di franchi svizzeri più 2 milioni di franchi svizzeri dilazionati.

Nel prosieguo della conversazione Menconi si lamenta con Calloni dell’avventura svizzera che avrebbe riservato proporzioni di molto minori rispetto a quelle concluse con Berneschi. Menconi commenta: “Con lui i calcoli li facevamo come volevamo noi, allora sì che guadagnavamo”.

Sempre nelle intercettazioni, “Menconi cita ad un interlocutore le sue numerose conoscenze presso esponenti di vertice delle varie forze di polizia”.

La Guardia di finanza ha eseguito ieri 7 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni a Genova, Milano e La Spezia e il sequestro di beni per 22 milioni.

Dal 2006 al 2009, secondo la Guardia di finanza, gli acquisti “gonfiati di società facenti capo a persone compiacenti hanno fatto in modo che fossero portati in Svizzera circa 21 milioni di euro”. Di questi, “parte è stata impiegata per un investimento immobiliare in territorio elvetico i cui effettivi titolari erano i vertici del gruppo Carige”.

Gli arrestati nell’inchiesta su Carige sono: Giovanni Berneschi (domiciliari) ex presidente di Banca Carige, 77 anni; Ferdinando Giovanni Menconi, ex amministratore di Carige Vita Nuova (domiciliari), 71 anni; Ernesto Cavallini, imprenditore immobiliare (domiciliari), 70 anni; Davide Enderlin, svizzero, 42 anni, avvocato (in carcere); Sandro Maria Calloni, imprenditore, 65 anni (in carcere); Andrea Vallebuona, commercialista di Genova, 51 anni (carcere), Francesca Amisano, nuora di Berneschi 47 anni (carcere).

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