Trump, Trade Act e i dazi alla Cina
effetto trump sulle borse e sulle assicurazioni

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Il presidente Trump decide di agire con pugno duro nei confronti della Cina attuando dei nuovi dazi. Perché? Semplicemente per il Trade Act del 1974 che tutela le violazioni sulla proprietà intellettuale. In particolare questi provvedimenti potrebbero far scattare azioni punitive contro gli esportatori della potenza asiatica e far entrare in vigore nuove restrizione che colpiscano il trasferimento di tecnologie sofisticate ad aziende cinesi. Qualche giorno fa è stato presentato un documento da Wilbur Ross dove condanna duramente la Cina, ma anche l’Europa, per quello che egli stesso definisce “formidabili barriere tariffarie” e continua che l’amministrazione farà tutto ciò che è in loro potere per abbatterle. Il Trade Act, che ora Trump sembra voler rispolverare, aveva avuto successo negli anni Settanta e Ottanta, ma ormai si può considerare una “legge morta”. Un’altra via che Trump potrebbe percorrere sarebbe l’invocazione  della International Emergency Economic Act (1977) che autorizza il Presidente ad intervenire sulle regole del commercio attraverso la dichiarazione di una “emergenza nazionale”. Negli ultimi giorni inoltre Trump  ha definito come inadeguate le pressioni fatte da Pechino sul suo alleato nordcoreano dati i suoi preoccupanti piani e test missilistici e nucleari. Se da un lato Trump vuole indossare la maschera del cattivo, dall’altra i critici ritengono che la sua amministrazione sia stata alquanto inefficace. Secondo quest’ultimi il Presidente non si doveva concentrare su questioni di secondo piano, ma impegnarsi con successo in questioni di primissima fascia e soprattutto con obiettivi concreti per superare gli ostacoli delle imprese. Trump sembra intenzionato a procedere nel suo intento, il tutto però con estrema cautela perché un clima contrassegnato da tensioni potrebbe essere controproducente per tutti.

Frank Walter Steinmeier si augura che la campagna elettorale negli Stati Uniti non ignori la realtà. Il ministro tedesco afferma che non vede una linea ben definita o ancora meglio, una linea chiara seguita dal neo presidente degli Stati Uniti d’America. La questione non finisce qui perché il presidente Donald Trump rilancia via Twitter le critiche a Berlino trapelate dopo il vertice Nato: “Abbiamo un deficit commerciale enorme con la Germania, inoltre loro pagano molto meno di quanto dovrebbero alla Nato. Molto male per gli Usa. Questo cambierà”, ha twittato Trump. La Casa Bianca però smorza i toni: il portavoce Spicer ha detto che Trump e la Merkel hanno un rapporto consolidato che gode di forti relazioni. I panni del pacificatore li ha indossati la Merkel affermando che le relazioni con gli USA sono molto importanti.

Insomma le critiche alla politica estera e non di Trump è stata pienamente criticata fin dal primo giorno di presidenza ma fare un passo indietro è importante per riappacificare le acque.

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