Turismo, stiamo sfruttando tutte le potenzialità?

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I beni culturali italiani possiedono una straordinaria attrazione sociale con molteplici benefici legati al turismo culturale. Il viaggio consente di godere a 360° della cultura e dell’arte nel nostro Paese e dunque di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze. Il viaggio inteso come iniziazione culturale e di piacere è stato successivamente sancito nel 1836, dalla pubblicazione da parte di un inglese, John Murray, di un Red Book sui viaggi in Europa, l’autore già allora inserì degli asterischi sui luoghi che descriveva per segnalare quelli particolarmente degni di essere visitati. Il turista, in questo modo, era più agevolato nella scelta delle località da visitare poiché ha come una sorta di “libro sacro” dei viaggi dal quale prendere ispirazione per le prossime mete. L’industria turistica italiana si è basata per tanti anni sul turismo estero, prevalentemente caratterizzandosi per vacanze di stanziamento, di soggiorno fisso soprattutto al mare, ai laghi, in montagna e nelle città d’arte. L’Italia ha sapientemente sfruttato la sua geografia e la sua storia come fattori naturali di affermazione turistica, senza però in alcun modo preoccuparsi di specializzare e di potenziare le strutture dell’offerta delle sue risorse, di ridistribuire i flussi turistici sul territorio nazionale, di mantenere elevato il livello della domanda interna.

Il settore turistico va bene, non si potrebbe dire il contrario, ma potrebbe andare molto meglio. E’ infatti in corso un’indagine da parte della Confindustria per analizzare il deficit di competitività e le potenzialità non sfruttate dal sistema italiano. Se il nostro Paese sfruttasse tutte le occasioni che gli si pongono davanti, in primis lo sfruttamento dei turisti americani, potremmo avere un surplus di 15,1 miliardi di euro. La stessa Confindustria afferma che il turismo proviene dall’America. Tutto questo fa pensare ad un grande potenziale non sfruttato dalla nostra nazione e questo in termini economici si può presentare come un deficit economico. Gli americani scelgono l’Italia perché all’estero è sinonimo di cultura e in America è quest’ultimo è il primo elemento decisionale per la scelta di una meta. Gli americani svettano per gli acquisti sul mercato italiano con una media di 135 euro per notte di soggiorno. L’albergo è l’alloggio più gettonato. Viaggiare in Italia non significa solo farsi una settimana riposo, bisogna dare un’esperienza ai propri clienti e su questo l’Italia ci sa giocare bene. Giocare sull’esperienza e sull’emozione del cliente è una delle migliori tecniche di vendita usate della grandi aziende e forse bisognerebbe prendere molta più consapevolezza sul loro potenziale. Il quadro che comunque si presenta per il settore alberghiero ad agosto è incoraggiante soprattutto per le destinazioni in località marittime e città d’arte.

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