Ubi Banca, il 2012 chiude con utile a 82,7 milioni

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Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Scpa (UBI Banca), riunitosi a Brescia, ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio di UBI Banca e il bilancio consolidato di Gruppo relativi all’esercizio chiusosi il 31 dicembre 2012, che verranno sottoposti per approvazione al Consiglio di Sorveglianza il prossimo 27 marzo.
Il Consiglio di Gestione proporrà all’Assemblea dei Soci la distribuzione di un dividendo unitario di 0,05 euro alle  900.047.021 azioni in circolazione (pari al numero di azioni costituenti il capitale sociale al netto delle azioni proprie detenute in portafoglio).
Il dividendo, se deliberato dall’Assemblea dei Soci nella misura proposta, sarà messo in pagamento con data di stacco, record date e data di pagamento rispettivamente il 20, 22 e 23 maggio 2013. Il monte dividendi ammonterà a circa 45 milioni di euro, a valere sull’utile della Capogruppo.
L’esercizio 2012 è stato un anno caratterizzato da iniziative di grande rilevanza, principalmente correlate alla riorganizzazione del Gruppo. L’Accordo Sindacale del novembre 2012, che tra l’altro prevede l’uscita di 736 persone (di cui 600 già a gennaio di quest’anno e le rimanenti attese entro aprile 2013), è stato consentito dalla realizzazione di una imponente serie di iniziative: si è proceduto alla semplificazione del modello di servizio alla clientela, agendo sul numero e sull’entità delle filiali, nonché sui centri di servizio specializzati, con approccio a volte innovativo per l’Italia, ad esempio procedendo all’aggregazione tra i segmenti “Private” e “Corporate” – le 50 “PRI-CO Unity” che coinvolgono circa 1.000 persone sono diventate operative a gennaio 2013; sono stati modificati gli organigrammi e conseguentemente l’organizzazione della Capogruppo e delle Banche Rete, riducendo i livelli di riporto in modo da rendere più immediata la catena di trasmissione; è stata realizzata l’aggregazione di alcune entità del Gruppo in ottica di razionalizzazione e di focalizzazione del business.
L’Accordo prevede altresì l’assunzione di 283 giovani che andranno ad assicurare il ricambio generazionale.
Grazie a tale Accordo, a fronte del quale sono stati contabilizzati oneri una tantum di 143,5 milioni nel quarto trimestre dell’anno, vi sarà un risparmio di spese per il personale che verrà in gran parte conseguito nel 2013 e che raggiungerà circa 107 milioni annui a regime nel 2014, migliorando ulteriormente la struttura dei costi.
Dal 2007 al 2012, in maniera progressiva, gli oneri operativi al netto delle componenti non ricorrenti, quindi rappresentativi della reale evoluzione gestionale, sono scesi complessivamente del 12,9%, ossia di circa 335 milioni, abilitati da stringenti controlli ma anche dalla razionalizzazione della struttura, che ha visto una diminuzione degli sportelli di oltre il 12% e una riduzione del personale, quando applicabile su base volontaria, del 12%.
All’interno di tali sinergie, si legge in una nota di Ubi Banca, consentite dalla fusione dell’aprile 2007, risultano in discesa tutte le componenti di costo: spese per il personale -13,6%; altre spese amministrative -8%; rettifiche di valore su immobilizzazioni materiali e immateriali -22,8%.
Gli indici patrimoniali si confermano adeguati al modello di banca tradizionale e tra i migliori a livello italiano: a fine 2012 il Core Tier 1 si attesta al 10,29% rispetto all’8,56% del 2011, il Total capital ratio al 16,01% rispetto al 13,50% di fine 2011 (quest’ultimo essenzialmente grazie all’emissione di 1,2 miliardi di Lower Tier 2 effettuata a ottobre 2012). In base all’esercizio EBA, il Core Tier 1 si attesta al 9,16% (rispetto al 9% richiesto).
In tema di indici patrimoniali, nel mese di maggio 2012 la Banca d’Italia ha autorizzato l’utilizzo dei modelli avanzati per il calcolo del rischio di credito Corporate e dei rischi operativi, con vantaggi in termini di minor assorbimento di capitale. Ci si attende un ulteriore vantaggio dall’autorizzazione all’utilizzo dei modelli avanzati per il calcolo del rischio di credito Retail, che si ritiene, in base alle proiezioni attuali, di richiedere entro il primo semestre 2013.
Nonostante la complessità del contesto di riferimento, l’esercizio 2012 si è chiuso con un utile netto di 82,7 milioni di euro rispetto ad un risultato netto per il 2011 negativo per 1,8 miliardi per effetto della contabilizzazione di rettifiche su avviamenti ed altre attività immateriali.
In termini normalizzati, vale a dire escludendo le componenti non ricorrenti, l’utile d’esercizio si è attestato a 97,3 milioni rispetto ai 111,6 milioni del 2011.
Il risultato è stato conseguito in un contesto economico e finanziario segnato da recessione e volatilità, grazie al controllo dei costi scesi a 2.266,7 milioni (-5,1% anno su anno al netto degli oneri relativi al piano di incentivi all’esodo, iscritti a voce separata) ma anche alla difesa dei proventi saliti a 3.526,3 milioni (+2,6% anno su anno) principalmente con il contributo dell’Area Finanza. L’andamento di proventi ed oneri operativi ha consentito un miglioramento di tutti i margini intermedi: il risultato della gestione operativa si è infatti attestato a 1.259,7 milioni (+20,1% anno su anno) e l’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte a 323,1 milioni (+14,6% anno su anno) nonostante le maggiori rettifiche su crediti.
I dividendi incassati nell’anno sono scesi a 15,6 milioni dai precedenti 20 milioni, a fronte di una minore distribuzione di utili da parte di tutte le società, tra cui Intesa Sanpaolo (-2,3 milioni di euro).
Nell’esercizio si è assistito ad una ripresa degli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto, saliti a 44,4 milioni nel 2012 rispetto a 9,9 milioni nel 2011, grazie principalmente alla rivalutazione delle riserve tecniche delle società assicurative, ma anche al buon andamento della gestione caratteristica.
Le commissioni nette sono rimaste pressoché invariate a 1.182,3 milioni (-0,96% anno su anno) nonostante l’inclusione di 42,8 milioni di commissioni pagate a fronte dell’emissione di obbligazioni con garanzia dello Stato, non presenti nel 2011. A parità di perimetro, vale a dire escludendo tale ultima voce, le commissioni nette nel 2012 mostrerebbero un incremento del 2,6% anno su anno.
Risulta in crescita il contributo dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza, pari a 558,1 milioni (+ 3,4% rispetto ai 539,9 milioni del 2011), sostenuti dall’incremento delle commissioni sul collocamento titoli (+58,6 milioni), riferibili al successo della nuova gamma di prodotti Sicav di UBI Pramerica, e dalle commissioni relative a ricezione, trasmissione ordini e consulenza (+10,2 milioni), mentre permangono gli effetti dell’instabilità dei mercati finanziari e della congiuntura economica (gestioni patrimoniali e servizi di custodia e amministrazione titoli -30,2 milioni, distribuzione servizi di terzi -11,9 milioni).
Nel 2012 è stato particolarmente favorevole il risultato netto dell’attività finanziaria, pari a 257,3 milioni di euro –  di cui ben 109 realizzati nel 4° trimestre dell’anno, da correlarsi essenzialmente alla corretta gestione delle opportunità offerte dalla volatilità del mercato.
Seguendo una tendenza comune agli ultimi quattro anni, è proseguito il contenimento degli oneri operativi, attestatisi a 2.266,7 milioni di euro nel 2012 rispetto ai 2.389,6 del 2011 (-5,1% anno su anno o -6,2% al netto delle componenti non ricorrenti).
A fine dicembre 2012 gli impieghi verso la clientela ammontavano a 92,9 miliardi di euro, in diminuzione del 6,8% nei dodici mesi e del 2,1% rispetto a settembre 2012. L’evoluzione dell’aggregato nell’anno ha risentito delle azioni di de-risking (uscita da settori a maggiore rischiosità e da reti distributive terze) e di de-leveraging (riduzione degli impieghi verso le Large Corporate), che hanno in particolare caratterizzato la prima parte del 2012 e del persistere della debolezza della domanda di credito legata alla recessione economica.
A livello di segmentazione commerciale, cresce l’incidenza della componente “core”, passata al 75% di fine 2012 dal 74% di fine 2011 (era il 70,5% a fine 2010), a conferma delle azioni intraprese di dismissione/riduzione dei business legati alla clientela “non core” e della vicinanza della banca alle economie di riferimento. Gli impieghi verso la clientela rappresentano il 70% del totale attivo del Gruppo, una delle percentuali più elevate a livello dei maggiori gruppi europei.
Al 31 dicembre 2012, la raccolta diretta totale ammonta a 98,8 miliardi di euro rispetto a 102,8 miliardi di dicembre 2011. All’interno dell’aggregato, si distinguono i seguenti andamenti: la raccolta diretta da clientela ordinaria (incluse le emissioni obbligazionarie e al netto della raccolta istituzionale e delle operazioni di pronti contro termine con la Cassa Compensazione e Garanzia), risulta in crescita a 80,3 miliardi, segnando un +1% anno su anno. Si segnala in particolare la crescita delle emissioni obbligazionarie collocate sulla clientela ordinaria del Gruppo, a seguito delle emissioni effettuate sia da UBI Banca (1,2 miliardi di Lower Tier II e 600 milioni di obbligazioni senior) che dalle Banche Rete (5,5 miliardi di euro).
L’esposizione del Gruppo verso la BCE rimane quella di fine febbraio 2012, e consiste in un ammontare totale di 12 miliardi di euro nominali, derivante dalla partecipazione del Gruppo alle aste LTRO a tre anni promosse dalla BCE a dicembre 2011 e febbraio 2012, iscritta tra i “Debiti verso Banche” e quindi non inclusa nella Raccolta diretta.
Infine, la raccolta indiretta da clientela ordinaria, attestatasi a 70,2 miliardi, risulta in riduzione del 2,6% rispetto ai 72,1 miliardi del dicembre 2011, registrando andamenti divergenti delle componenti: il risparmio gestito in senso stretto mostra una crescita del 6,7% (+3,3% includendo la raccolta assicurativa) a 26,8 miliardi (38,1 miliardi includendo la raccolta assicurativa) che comprende le sottoscrizioni della nuova gamma di prodotti di UBI Pramerica, mentre la raccolta amministrata risulta in flessione dell’8,9% a 32,1 miliardi.

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