Un brivido corre lungo la schiena dei tantissimi clienti Ryanair nel venire a conoscenza di questa vicenda
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Che si chiedono veramente quale siano per la compagnia irlandese le competenze primarie ed i compiti da svolgere necessari per steward ed hostess.

E sì, domanda legittima, perchè sembra che l’accoglienza e la tutela dei viaggiatori passino in secondo piano, rispetto all’esigenza di vendere il più possibile durante le centinaia di voli che gli aerei della Ryanair compiono nell’arco di una giornata.

Ad ognuno di noi sarà capitato di prendere almeno una volta un mezzo della principale compagnia low-cost, facendo caso allo spasmodico ed insistente tentativo di vendere, da parte delle hostess e degli steward, profumi, panini, dolci, alcolici e gratta e vinci.

Curiosando, veniamo a sapere che i cosiddetti “ricavi ancillari”, cioè derivanti dalla vendita di tutto ciò che è al di fuori del semplice biglietto aereo, nel 2016 (secondo IdeaWorks Company), sono ammontati per Ryanair a quasi 2 miliardi di dollari. La sola vendita di prodotti a bordo, ha rappresentato per la compagnia irlandese il 26,8% dei ricavi complessivi.

Rientra in questo quadro la sconcertante lettera inviata da WorkForce International, agenzia interinale ingaggiata dal vettore irlandese per il reclutamento di hostess e steward, ad un assistente di volo allo scopo di analizzare il suo operato, valutarlo ed in base a ciò penalizzarlo promettendo al tempo stesso (e nemmeno troppo velatamente) ulteriori provvedimenti disciplinari se il suo redimento non dovesse migliorare.

“Non hai mai venduto cosmetici”, recita la missiva. “Nel 98% dei voli non hai piazzato profumi o regali. Nell’86% hai fatto guadagnare meno di 50 euro. Si tratta di prestazioni inaccettabili ed è chiaro che non stai facendo il tuo lavoro a bordo. Dal 1° dicembre 2017 i tuoi turni non saranno più organizzati su 5 giorni di lavoro e 3 di riposo, ma sarai a disposizione della compagnia a coprire i buchi nella tua base di riferimento. Se non ci saranno miglioramenti prenderemo ulteriori provvedimenti disciplinari”.

Nessun accenno al comportamento tenuto per favorire il comfort dei passeggeri, il principale pensiero di ogni compagnia che si rispetti, ma solo l’ossessivo riferimento indirizzato al vendere il più possibile.

La sorpresa nel leggere la lettera inviata il 17 novembre scorso ad un assistente di volo, impiegato all’interno dei Boeing 737 della principale low cost europea e compagnia numero uno per passeggeri trasportati nel Vecchio continente, è tanta. Ma davvero per Ryanair contano più i volumi di vendita e le esigenza di budget che il benessere dei viaggiatori?

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