Un rapporto di qualità

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Come sta cambiando nell’epoca della crisi il rapporto fra le banche e i propri clienti imprenditori e liberi professionisti? A questa domanda, essenziale per il futuro della nostra economia, ha provato a rispondere una ricerca a cura di HQ24 su 550 imprenditori e liberi professionisti nel panel del Gruppo 24 Ore.

Innanzitutto l’indagine si è preoccupata di fotografare lo stato dell’attività nelle aziende degli intervistati, e in pratica è emersa una sorta di certificazione della crisi che sta attraversando il Paese, dato che nell’ultimo anno circa i due terzi dei professionisti e degli imprenditori hanno dovuto apportare modifiche al proprio business, mentre un terzo ha dichiarato di non aver apportato modifiche all’interno dello studio/impresa per motivi di crisi o più semplicemente di sfiducia nel fatto che un cambiamento potesse apportare modifiche positive al business stesso.

Quanto ai rapporti in essere con le banche, nel 39% dei casi si tratta di grandi gruppi bancari, seguiti da banche popolari o casse di risparmio (18%), casse rurali/Bcc (9%), poste (4%), ma per le linee di credito il 39% degli intervistati ha dichiarato di non aver utilizzato nessuna delle tipologie di banche descritte.

I motivi di insoddisfazione 

Garanzie eccessive, complessità delle pratiche e revisione/riduzione del fido sono le motivazioni indicate per descrivere come è cambiata la relazione con le banche nell’ultimo anno dal 36% del campione (43% imprenditori).

Il credito serve soprattutto per avere liquidità (55%) e, per gli imprenditori, per garantire investimenti in tecnologia/impianti (24%), anticipi su fatture (24%) e nuovi progetti aziendali (27 per cento). In ogni caso, il 69% è soddisfatto delle coperture delle necessità di credito, mentre il 30% motiva il livello di non soddisfazione nelle garanzie eccessive, nei costi elevati e nei tempi lunghissimi per chiudere una pratica.
Il 45% del campione ha richiesto nuove linee di credito alla propria banca o a nuove banche. Di questi, circa il 30% non ha ottenuto la linea di credito richiesta per garanzie insufficienti e restrizioni del credito (43%), costi eccessivi (29%) e richiesta di business plan (5 per cento).

In definitiva, secondo gli imprenditori, la banca ideale dovrebbe innanzitutto garantire disponibilità di finanziamenti e crediti a prezzi di mercato, e poi servizi on line, un rapporto personale fiduciario e assistenza per lo sviluppo dell’impresa (crediti agevolati, fondi di garanzia, Bei). Più del 50% attribuisce massima importanza a queste caratteristiche. Complessivamente però il 64% si ritiene soddisfatto del rapporto con la propria banca (soprattutto i professionisti).
Infine, per quanto riguarda le prospettive di business nei prossimi mesi, risultano più ottimisti gli imprenditori:il 34% di loro dichiara infatti che la situazione migliorerà, rispetto al 25% di liberi professionisti.

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