In un consiglio di amministrazione straordinario convocato a pochi giorni da quello che ha approvato i conti del secondo trimestre, Unicredit ha deciso di passare al sistema monistico.
La questione non è solo di forma ma anche di sostanza. La banca, spiega una nota, ritiene che il monistico sia «in grado di migliorare ulteriormente la qualità della governance, garantendo una maggior efficacia dei controlli tramite l’integrazione dell’organo di controllo all’interno del Consiglio e valorizzando pienamente il ruolo di impulso dei componenti dell’organo di controllo attraverso la loro diretta partecipazione ai processi decisionali del Consiglio».
Tale sistema di governance è stato inoltre ritenuto corrispondente ai modelli largamente seguiti all’estero, fa notare ancora UniCredit. In Italia, invece, finora è stato adottato da un ristretto gruppo di società: tra queste, spicca il caso di Intesa Sanpaolo -0,24% , dove è entrato in vigore con l’assemblea 2016 al termine di un lungo processo di consultazione interna ed esterna.
Come accennato, Il sistema di governance monistico si caratterizza per un consiglio di amministrazione a cui sono assegnate – com’è tuttora – le funzioni di supervisione strategica e di gestione, ma al cui interno è previsto un comitato per il controllo sulla gestione, a cui spettano le funzioni di controllo appannaggio del collegio sindacale nel sistema tradizionale.
Ora la decisione del cda di UniCredit sarà sottoposta al vaglio dei regolatori, quindi verrà presentata in assemblea al voto dei soci.