UniCredit ha chiuso il primo trimestre con un utile netto pari a 512 milioni di euro

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Il CET1 transitional si è attestato, calcolato proforma considerando l’operazione su Pioneer, al 10,5%, mentre quello ‘fully loaded’ al 10,35%, entrambi in miglioramento rispetto a fine 2014. Il contributo dell’operazione Pioneer ai ratio patrimoniali è stimato in circa 25 punti base.

Il margine operativo netto è più che raddoppiato rispetto al trimestre precedente (+184%) grazie alla crescita dei ricavi (+2,6% a 5,7 miliardi di euro), ascrivibile in particolare all’Italia (+6,8% a 2,2 miliardi), al CIB per 1,1 miliardi (+2% su trimestre) e alla CEE per 976 milioni (+5,8% su trimestre). Sono cresciute le commissioni (+7%) e i ricavi da negoziazione (+83%), questi ultimi grazie all’attività di tesoreria e verso la clientela, mentre il margine di interesse è sceso del 3,3% a poco meno di 3 miliardi, ma a parità di tassi di cambio e numero di giorni lavorativi il calo si riduce allo 0,4%.Calano rispetto al trimestre precedente i crediti deteriorati lordi (a 83,2 miliardi) e le sofferenze (a 51,4  miliardi), con rettifiche su crediti che scendono a 980 milioni (-42,2%).

“Dopo gli importanti risultati conseguiti nel 2014, considero decisamente positivo il primo trimestre del 2015”, ha commentato l’a.d. del gruppo, Federico Ghizzoni. “In un contesto che mostra alcuni segnali di ripresa, il gruppo UniCredit ha conseguito un utile netto in linea con le aspettative. La qualità del credito migliora e si conferma la nostra solidità patrimoniale. Proseguiamo nella realizzazione del nostro piano strategico e i profitti sono trainati da buoni risultati operativi nelle diverse aree ed attività della banca”.

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