UniCredit e la redditività sostenibile

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Utile netto a quota 6,6 miliardi di euro, con il Rote al 13% e il CET1 ratio al 10% anticipando pienamente gli effetti di Basilea 3. Questi i principali obiettivi al 2018 del nuovo piano strategico industriale di UniCredit che la banca ha presentato contestualmente ai risultati del bilancio 2013.

“Il piano strategico 2013-18, ha dichiarato Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit, è basato su fondamentali solidi, una forte cultura del rischio e uno scenario macroeconomico in miglioramento. Per il 2014 ci aspettiamo un utile netto di circa 2 miliardi di euro, un risultato che sarà più che triplicato nel 2018 a €6,6 miliardi, con un target RoTE del 13 per cento. Abbiamo inoltre in programma di investire €4,5 miliardi per sostenere la crescita dei ricavi e di ridurre la base dei costi di ulteriori €1,3 miliardi. Il nostro obiettivo è consolidare la leadership raggiunta nei servizi alle imprese in Europa, diffondere l’innovazione nei nostri network retail e sviluppare una piattaforma digitale all’avanguardia. Grazie al riposizionamento di successo della banca e all’ulteriore rafforzamento del nostro già solido bilancio in uno scenario macroeconomico in miglioramento, UniCredit è più forte e pronto a giocare un ruolo sempre più importante nell’offrire credito alle famiglie e alle imprese in Italia e in Europa”.

Più solidità grazie al derisking

L’obiettivo principale è dunque quello tipicamente perseguito da tutte le grandi banche, quella “ redditività sostenibileche però in prospettiva, con Basilea 3 sullo sfondo ma soprattutto il ruolo molto più attivo della Banca Centrale Europea nella vigilanza bancaria (come si noterà già quest’anno con l’Asset Quality Review), deve diventare il punto fermo di qualsiasi strategia.

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