Unicredit unica banca italiana fra le preferite di Ubs
Quasi tutti gli istituti di credito quotati in Europa scambiano a valutazioni più basse in relazione all’utile per azione atteso al 2023.
unicredit big data

Ancora nessun commento

Quasi tutti gli istituti di credito quotati in Europa scambiano a valutazioni più basse in relazione all’utile per azione atteso al 2023

La media dei gruppi quotati è di 5,9 volte tenendo conto, spiegano gli analisti di Ubs, delle perdite sui prestiti attese e del capitale in eccesso rispetto ai requisiti minimi della Bce. A questo punto si può dire, aggiungono gli esperti, che il settore viene scambiato con uno sconto sul rapporto prezzo/utile (p/e) del 50% rispetto al mercato, mentre la media di lungo periodo si assesta alla metà, il 25% offrendo una generazione di cassa (free cash flow) dell’11,3% e un rendimento medio da dividendo del 7%

«L’asset class nel suo insieme ha una valutazione interessante e rappresenta un’opzione economicamente vantaggiosa grazie a un costo del denaro sempre più elevato e a ricavi resilienti legati al mercato», scrive Ubs. Gli analisti si attendono che i tassi delle banche centrali raggiungeranno il picco nei prossimi quattro mesi. 

I fattori contrari al sistema bancario

I tassi sui prestiti sono in aumento, trainati in particolare dalle imprese, mentre la liquidità fornita negli ultimi anni dalla Banca centrale europea, «un enorme fattore di riduzione dei costi di finanziamento per i gruppi finanziari e i loro clienti attraverso operazioni quali le Tltro, è in fase di chiusura», ricorda Ubs. I maggiori costi di finanziamento per le banche, che a questo punto diventano di mercato, rappresentano oggi un fattore frenante che si avvertirà sempre più, avvertono gli analisti soppesando i fattori negativi sul comparto finanziario.

Eppure gli analisti ritengono che le previsioni del consensus per i margini di interesse (Net Interest Income) sui tre quarti delle banche europee siano troppo basse. E reputano che il periodo durante il quale questa differenza dovrebbe determinare una sovraperformance azionaria si concentrerà intorno ai risultati del 2022, quindi attorno a febbraio 2023, quando i dati verranno pubblicati. In questo senso, i titoli preferiti da Ubs sono LBG (Lloyds Banking Group), Swedbank e, in Italia, Unicredit.

Secondo i broker, il picco dei tassi ufficiali, l’aumento delle perdite sui crediti e i bassi rapporti p/e legati agli utili delle corporate e investment bank (Cib) «giustificano l’aumento degli investimenti in portafoglio verso banche con bilanci più diversificati e con una duration più lunga che hanno faticato a sovraperformare nel 2022». 

Nel 2023 saranno diversi i fattori che guideranno la performance settoriale, secondo Ubs, vanno dai maggiori utili derivanti dai tassi di interesse al mercato del credito, al calo dei prezzi delle abitazioni, al pagamento del capitale in eccesso. 

Ubs apprezza particolarmente le banche che, nel fornire i dati sugli utili del 2022, andranno a confermare di fatto la redditività sul capitale e la guidance sul 2023, che dovrebbero condurre a miglioramenti sugli utili 

prima degli accantonamenti. 

Dalla lista dei best picks Ubs toglie in tal senso Caixa Bank, Societe Generale e Standard Chartered, inserisce Bnp Paribas, Swedbank e Unicredit.

Unicredit, una banca da 31% di total return

Sulla banca guidata dall’amministratore delegato Andrea Orcel, gli analisti hanno un giudizio buy e un prezzo obiettivo di 15,5 euro, con un potenziale rialzo rispetto ai valori attuali del 24%. Il total return atteso sull’azione (fra dividendo e buyback) è del 31%. Il rapporto prezzo/utile atteso al 2022 è di 6 volte, che sale a 6,4 volte nel 2023, per portarsi a 5,5 volte nel 2024. 

Il ritorno invece sull’azione (Rote) per il 2022 è del 7,9%, del 6,5% nel 2023, del 6,9% nel 2024.  Gli analisti hanno calcolato anche l’eccesso di capitale sotto forma di Market Value (capitalizzazione), oltre i requisiti imposti dalle Bce (11,6%), che la banca milanese potrebbe almeno in parte distribuire agli azionisti. Si tratterebbe del 43% nel 2022, del 42% nel 2023, del 38% nel 2024. La banca oggi viaggia piatta a 12,86 euro per 26 miliardi di market cap mentre il Ftse Mib perde lo 0,35%. 

Una tabella del report mette poi a confronto i p/e attesi al 2023 delle banche europee, scontate le perdite sui prestiti da cui emerge che quella valutata meglio è KBC, la terza più grande banca belga per asset (9,9 volte), Credit Agricole è a quota 7 volte, Intesa Sanpaolo 6,3 volte, Banco Bpm 5,8 volte, Bper 5 volte, Societe Generale 4,8 volte, Deutsche Bank 4,4 volte. Alla fine chiude la rassegna Unicredit con un rapporto prezzo/utile atteso al 2023 di 5,3 volte.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI