Unipol pronta a uscire da Mediobanca

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Unipol prepara l’uscita da Mediobanca. Come imposto dall’Antitrust, la compagnia assicurativa scioglierà presto i legami con Piazzetta Cuccia. La controllata Fondiaria Sai, con il supporto di Equita Sim, sta preparando infatti il percorso per la valorizzazione del pacchetto. Un percorso che, stando a quanto è stato possibile ricostruire, potrebbe non chiamare in causa gli altri azionisti del patto di sindacato. Anzi, probabilmente potrebbe condurre a un importante alleggerimento del patto. I soci vincolati, nella riunione che si terrà il prossimo settembre, dando seguito ad alcune riflessioni svolte internamente, dovrebbero infatti liberare il pacchetto di FonSai del 3,83%, a seguito della disdetta che verrà inviata dalla compagnia. La quota, di conseguenza, potrebbe essere tranquillamente valorizzata sul mercato. Il che spingerebbe l’insieme degli azionisti sindacati di Mediobanca al di sotto del 40%.

L’operazione

I dettagli tecnici rispetto al collocamento della partecipazione sono ancora tutti da definire. Ma un paio di idee cominciano già a circolare, vista la scadenza imminente. Perché il quadro sia completo, tuttavia, dovranno essere chiariti alcuni aspetti. In particolare relativamente alla tempistica. La riunione del patto che si terrà a settembre, una volta preso atto della richiesta di uscita di Fondiaria, potrà infatti decidere di liberare immediatamente la quota oppure potrà stabilire di tenerla vincolata fino alla naturale scadenza dell’accordo, il prossimo 31 dicembre. Certo, l’auspicio è che tutto si possa chiudere prima della fine dell’anno. In virtù di questo, un’altra incognita è legata al fatto se vi saranno o meno altri pattisti intenzionati a limare le proprie quote. L’idea è che, salvo piccoli aggiustamenti, non dovrebbero esserci addii di peso. Per questo il 3,83% di FonSai potrebbe finire sul mercato anche attraverso un collocamento accelerato presso investitori istituzionali.

Le premesse

Ma come si è arrivati a questo punto? Unipol, come da obblighi assunti con l’Antitrust, deve cedere il proprio 3,83% di Mediobanca detenuto tramite FonSai. Per farlo dovrebbe prima mettere a disposizione degli altri soci dell’istituto la partecipazione. In particolare, stando alle regole del patto, toccherebbe prima agli appartenenti al gruppo B esercitare il diritto di prelazione pro quota. Tuttavia, come è noto, lo statuto di Mediobanca stabilisce che nessun socio, salvo specifica autorizzazione, possa salire oltre il 2% del capitale della banca. Addirittura, il patto arriva a disciplinare il tetto massimo di titoli Mediobanca che ciascun azionista può acquistare. In virtù di questo, il gruppo B, stante così le cose, avrebbe potuto assorbire solo parzialmente il pacchetto che FonSai mette sul mercato: dei 33 milioni di azioni che la compagnia vende, il gruppo B ne potrebbe rilevare poco meno di 22 milioni. Per giunta, fin da subito buona parte dei soci del Gruppo B ha fatto intendere di essere soddisfatto della posizione già occupata. Altri, come le Generali, non avrebbero comunque potuto acquistare altri titoli per la normativa sulle partecipazioni incrociate e per specifica disposizione dell’Antitrust. E poi andava comunque determinato il prezzo di vendita. Una trattativa, dunque, tutta da intavolare. Certo potrebbe intervenire il gruppo C, quello dei soci stranieri, composto da Groupama e da Vincent Bolloré, oppure gli azionisti del gruppo A, UniCredit e Mediolanum. Ma rispetto a queste opzioni, per diverse ragioni difficilmente concretizzabili, alla fine l’orientamento che starebbe maturando all’interno dei soci sarebbe di sfruttare l’occasione Fondiaria Sai per dare una svolta in Piazzetta Cuccia. Con il collocamento della quota extra patto, Mediobanca potrà centrare l’obiettivo di un sindacato più leggero e di un flottante più ampio.

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