Uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: quali scenari in caso di mancato accordo?
Sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal capo negoziatore dell’Unione europea per l’attuazione della Brexit, Michel Barnier, non può mancare “un quadro di governance efficiente, basato su un accordo globale, con solidi meccanismi di applicazione e di risoluzione delle controversie, nonché rimedi efficaci“.
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Sulla base delle dichiarazioni rilasciate dal capo negoziatore dell’Unione europea per l’attuazione della Brexit, Michel Barnier, non può mancare “un quadro di governance efficiente, basato su un accordo globale, con solidi meccanismi di applicazione e di risoluzione delle controversie, nonché rimedi efficaci“.

Una richiesta che è diventata ancora più necessaria dopo l’approvazione alla House of Commons di un disegno di legge per l’organizzazione del mercato interno britannico (United Kingdom Internal Market Bill), attraverso il quale si concede al Regno Unito la facoltà di rivedere unilateralmente le regole relative al confine tra Irlanda e Irlanda del Nord contenute nell’accordo di recesso dall’Ue (Withdrawal Agreement).

Il mancato ritiro delle parti controverse del disegno di legge, nonostante le richieste dell’Unione europea, ha determinato l’inizio di una procedura di infrazione da parte della Commissione nei confronti del Regno Unito. Si complica così il rapporto di fiducia e il dialogo tra le parti. Dunque, nonostante la volontà espressa da Barnier di proseguire i negoziati fino alla fine con un atteggiamento calmo e determinato, l’avvicinarsi della conclusione del periodo di transizione minaccia un’uscita senza accordo.

Quali sarebbero le conseguenze immediate di una mancata intesa? E cosa ne sarebbe, nello specifico, delle politiche in materia di salute e digitale?

LA POLITICA IN MATERIA DI SALUTE

La Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) diventerà responsabile della regolamentazione dei medicinali nel Regno Unito a partire dal 1 gennaio 2021. In primo luogo, in uno scenario senza accordo, i medicinali potrebbero subire un ritardo alle frontiere qualora non si stipuli un’intesa di mutuo riconoscimento con l’Unione europea. Inoltre, le aziende farmaceutiche dovranno affrontare cambiamenti significativi nel modo in cui il complesso contesto delle normative sui farmaci opererà a partire dal 2021 e, per questo motivo, necessiteranno di una guida chiara. Per ovviare a una carenza di fornitura, le imprese dovranno da una parte preparare scorte di medicinali mentre dall’altra lavorare a stretto contatto con l’agenzia di regolamentazione inglese così da chiarire i dettagli relativi a molte aree della regolamentazione, tra cui i singoli farmaci e il protocollo dell’Irlanda del Nord.

LA POLITICA IN MATERIA DI DIGITALE

In tema di digitale, il primo impatto immediato ricadrà sui cittadini. In assenza di un differente accordo con Bruxelles, alla fine del periodo di transizione la garanzia di roaming gratuito su dispositivi mobili in tutta l’Unione europea, in Islanda, Liechtenstein e Norvegia terminerà. I consumatori britannici saranno certamente tutelati dalle disposizioni interne, ma non potranno più trarre vantaggio dall’assenza di tariffe di roaming internazionale.

Un altro punto chiave è quello riguardante il trasferimento dei dati. Un’eventuale restrizione in questo senso potrebbe costituire un danno economico e commerciale ingente. L’impegno preso dal Regno Unito è continuare a permettere alle informazioni digitali di essere trasferite nell’Ue, ma un accordo in tal senso non è ancora stato stipulato. Dall’altra parte, anche il regolamento sulla protezione dei dati (GDPR) non sarà più applicabile. Ogni passaggio di dati personali verso il Regno Unito, sarà considerato come trasferimento verso un Paese terzo. In questo senso, in accordo con l’articolo 45 del GDPR, il Regno Unito dovrà essere considerato uno Stato sicuro per le importazioni dei dati personali e ottenere una decisione di adeguatezza da parte della Commissione.

Per quanto riguarda i negoziati, Michel Barnier ha dichiarato che per poter arrivare ad un accordo “mancano ancora convergenze su temi importanti come quello della protezione dei dati, degli impegni per il cambiamento climatico o il prezzo del carbonio“. Inoltre sussistono “gravi divergenze su questioni di grande importanza per l’Unione europea“. Operare in uno scenario senza accordo avrebbe senza dubbio un impatto importante per tutte le politiche dell’Unione, e non solo dal punto di vista commerciale (qui l’analisi dell’impatto sugli scambi commerciali secondo l’Unctad). D’altronde, lo stesso presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato che “l’Unione europea preferisce un accordo, ma non ad ogni costo“, aggiungendo, inoltre, che è “il momento per il Regno Unito di mettere le carte in tavola“.

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