1200 lavoratori membri di United Automobile Workers sono entrati in sciopero
Sciopero in tre fabbriche appartenenti ai principali produttori di automobili degli Stati Uniti.
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Sciopero in tre fabbriche appartenenti ai principali produttori di automobili degli Stati Uniti. È il primo sciopero nella storia degli Stati Uniti a interessare contemporaneamente gli stabilimenti di tutte e tre le “Big Three”, come vengono chiamate le tre aziende.

Lo sciopero è stato proclamato perché UAW e Big Three avevano raggiunto un punto di stallo nelle trattative per un nuovo accordo collettivo. Nel momento in cui l’attuale contratto è scaduto, a mezzanotte di giovedì, i lavoratori di tre fabbriche scelte – una per azienda, negli stati del Michigan, Missouri e Ohio – hanno cominciato a manifestare. A seconda della sua durata, lo sciopero potrebbe costringere le aziende automobilistiche a mettere in pausa la produzione anche altrove: in totale, le persone che lavorano in queste tre aziende e fanno parte dello UAW sono almeno 150mila.

È già capitato in passato che uno sciopero UAW fermasse la produzione per diverse settimane: nel 2019 gli impianti di General Motors rimasero inattivi per 40 giorni prima che l’azienda e il sindacato concordassero un nuovo contratto. Questa volta sono state selezionate volontariamente le fabbriche che producono alcune delle auto e dei camion più venduti dalle Big Three: lo stabilimento di General Motors a Wentzville (Missouri) produce la GMC Canyon e la Colorado, quello di Stellantis a Toledo (Ohio) la Jeep Gladiator e la Wrangler, mentre quello di Ford a Wayne (Michigan), produce l’utilitaria sportiva Ford Bronco e il pick-up Ranger.

Il sindacato chiede un aumento salariale del 40 per cento nei prossimi quattro anni, dato che i compensi degli amministratori delegati delle tre aziende sono aumentati in media nello stesso modo dal 2019. Inoltre UAW chiede settimane lavorative più brevi, miglioramenti alle pensioni e alle assicurazioni sanitarie messe a disposizione dei dipendenti e maggiore attenzione alla sicurezza sul posto di lavoro. Infine, vuole istituire una scala salariale che assicuri che i nuovi assunti ottengano 17 dollari l’ora e raggiungano entro otto anni di lavoro i 32 dollari l’ora. Per ora le aziende si sono opposte a quasi tutte le richieste, accettando soltanto di discutere dei salari.

Lo sciopero arriva dopo che tutte e tre le aziende automobilistiche avevano riportato una crescita molto significativa nei profitti: di recente Ford ha dichiarato di aver guadagnato l’equivalente di 3,5 miliardi di dollari, General Motors 4,7 miliardi di dollari, e Stellantis 11 miliardi di euro. Il fatto che il settore non si trovi in difficoltà permette al sindacato di avanzare richieste che negli ultimi vent’anni di crisi non aveva potuto fare.

La recente ondata di scioperi include quello indetto da UAW e quello dei lavoratori che fanno parte della Screen Actors Guild e della Federazione americana degli artisti televisivi e radiofonici (SAG-AFTRA), a cui stanno partecipando circa 160mila persone da metà luglio. Secondo la storica del lavoro Lane Windham, tutti questi scioperi fanno parte di una più ampia ridefinizione dei rapporti tra aziende, lavoratori e governo americano. «Probabilmente abbiamo di fronte a noi cinque o dieci anni di azioni collettive e scioperi», dice Windham. 

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