Uno dei temi più dibattuti degli ultimi giorni è quello del riscatto della laurea a fini pensionistici.Inutile negarlo: per i nati tra il 1980 e il 2000 la pensione sembra un’utopia. Se i più giovani si godono la spensieratezza dei loro anni, i trentenni di oggi appaiono davvero preoccupati. Riscattare gli anni di laurea sarebbe un gran bel colpo: mica male trovarsi versati 3 o più anni di contributi!
C’è un grande però: il riscatto della laurea esiste, ma è poco accessibile. Le cifre richieste per l’operazione sono davvero molto elevate, e spesso non resta che rinunciare, perdendo quegli anni preziosi.
L’attuale normativa sul riscatto della laurea
C’è da precisare che il riscatto degli anni di studio si riferisce solamente al tempo regolare del corso. La vostra triennale è durata il doppio? Mi dispiace, ma potrete riscattare solamente i tre anni della durata normale del corso di laurea. Attualmente il riscatto può essere chiesto in qualsiasi momento, che lavoriate o meno. Il consiglio è quello di chiederlo quanto prima, in modo da risparmiare sui già sostanziosi costi.
Ma quanto costa? La cifra da pagare è calcolata in base al reddito percepito durante gli anni oggetto del riscatto. Fondamentali altri fattori, come l’età al momento della richiesta e la durata del periodo da riscattare. L’Inps offre la possibilità di rateizzare il pagamento in un periodo fino a cinque anni.
Il progetto del Pd
Novità interessanti per i nati tra il 1980 e il 2000: per loro il riscatto degli anni di laurea potrebbe essere gratis.
Pierpaolo Baretta, esponente del Pd e sottosegretario all’Economia, si è pronunciato più volte sull’argomento. Secondo quanto dichiarato si potrebbe procedere già dal 2018 ad una sperimentazione. Il primo problema sorge qui: da questa prima fortunata tranche sarebbero purtroppo esclusi gli studenti fuori corso.
Pareri contrastanti anche dalla politica: Palazzo Chigi negherebbe infatti di stare vagliando la misura. Cosa succederà quindi ai millenials che vorranno riscattare i propri anni di studio? Dovranno pagare? O sarà gratuito solo per parte di essi? A tutte queste domande non c’è ancora risposta. Tra i giovani c’è sicuramente la speranza di ottenere l’importante vantaggio, per poter (almeno) sognare la pensione.