Abi: Tassi ai minimi, volano i prestiti

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ABI : I FINANZIAMENTI SONO UN BUSINESS OGGI PER CONSUMATORI E IMPRESE

Tassi bancari: costo del denaro al minimo storico, crescono gli impieghi, cala la raccolta a lungo termine, meno sofferenze.

Le famiglie scelgono il tasso fisso, ma per le Banche lo spread tra raccolta e impieghi è sempre meno premiante.

A 10 anni dall’inizio della crisi economica il rapporto ABI semestrale conferma i rumors di ripresa.

TASSI AI MINIMI STORICI

La relazione di giugno 2017 dell’ ABI ha evidenziato infatti miglioramento della dinamica dei prestiti, crescita prestiti a famiglie e imprese, miglioramento della qualità del credito e diminuzione delle sofferenze nette, diminuzione tassi da raccolta.

Complice il minimo storico dei tassi, gli impieghi superano la raccolta di quasi 86 miliardi €. L’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche è 1.800 miliardi € mentre è 1.714 miliardi $ della raccolta da clientela.

Dal rapporto ABI emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +0,8%, consolidando il miglioramento della dinamica positiva dei prestiti. Anche i mutui mostrano una ripresa, segnando una variazione positiva di +2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando già si manifestavano blandi segnali di miglioramento.

I tassi di interesse applicati ai crediti al consumo così come ai mutui rendono conveniente l’operazione alla clientela bancaria. I prestiti vengono concessi a un tasso medio pari al 2,79%, meno del 2,81% rispetto al mese precedente e del 6,18% prima della crisi, a fine 2007.

Il tasso medio dei mutui per acquisto casa si attesta al 2,12%, mentre era del 5,72% a fine 2007. Grazie a questi minimi assoluti la scelta dei mutuatari case per 2/3 su mutui a tasso fisso.

Per quanto riguarda le imprese il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese risulta pari a 1,56%, era poco meno dell’ 1,53% del mese precedente ma lontano dal 5,48% di fine 2007.

 

QUALITÀ DEL CREDITO

Le sofferenze, al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse, si posizionano attorno a 77,2 miliardi di €.

Il valore risulta in flessione rispetto ai 77,8 miliardi del mese precedente ed è il più basso da maggio 2014. Le sofferenze si mostrano in forte diminuzione rispetto al dato di dicembre 2016 quando si attestavano a 86,8 miliardi.

Rispetto al picco di 89 miliardi toccato a novembre 2015 la riduzione del dato di bilancio mostra un calo di oltre il 13%. 7. Analizzando storicamente i numeri si nota che il rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali si è ridotto a 4,42% ad aprile 2017. Era 4,89% a fine 2016 e 0,86% prima della crisi.

DINAMICA DELLA RACCOLTA 

In Italia, rispetto all’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.549 a quasi 1.714 miliardi di euro. Il dato indica l’aumento di quasi 165 miliardi dei depositi.

Mentre le giacenze in conto corrente, o con certificati di deposito o pronti contro termine sono aumentati di quasi 58 miliardi di euro rispetto a un anno prima (+4,3% su base annuale), si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine. Le obbligazioni calano di quasi 53,6 miliardi € negli ultimi 12 mesi, vale a dire del -14,5%.

Complessivamente però la dinamica della raccolta complessiva, composta da depositi da clientela residente e obbligazioni registra a maggio 2017 una lieve crescita su base annua pari a +0,2%.

Il mese precedente il dato era negativo e pari a -0,1%.

I RISICATI MARGINI DELLE BANCHE

A maggio 2017 , secondo quanto riporta l’ABI, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela è pari in Italia a 0,95%. Pre-crisi si attestava al 2,89%.

Così lo spread tra tasso medio sui prestiti e quello sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane a 184 punti base, in sensibile marcato calo rispetto agli oltre 300 punti base del 2007.

 

www.abi.it

 

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