All’Innovation Center di Hyundai Motor Company è il pensiero a correre fra nuove tecnologie, intelligenza artificiale e robotica
Nella fabbrica Hyundai di Singapore è stato creato un ecosistema con idee da applicare all’esperienza di acquisto del consumatore, a un nuovo modo di produrre, al lavoro umano in fabbrica e allo sviluppo della guida autonoma.
hyundai

Ancora nessun commento

Nella fabbrica Hyundai di Singapore è stato creato un ecosistema con idee da applicare all’esperienza di acquisto del consumatore, a un nuovo modo di produrre, al lavoro umano in fabbrica e allo sviluppo della guida autonoma. Sì, alle “flying cars” che l’immaginario cinematografico ci aveva un po’ troppo anticipato negli anni 60 e che adesso stanno per arrivare davvero.

“È una fabbrica di sperimentazione avanzata per il futuro”, ci spiega il ceo Hong-Bum Jung alla vigilia dell’apertura del complesso, a una ventina di minuti dal centro di Singapore. È un edificio moderno e luminoso di sei piani con in cima una pista di prova di 618 metri con due curve paraboliche che ci ricorda il nostro centenario Lingotto.

Qui il gruppo Hyundai – sei ore di aereo da Seoul con un’ora di differenza di fuso orario – ha deciso di sperimentare in piccola scala l’assemblaggio della elettrica Ioniq 5, soltanto 30 mila unità all’anno per ora (l’anno prossimo si aggiungerà la Ioniq 6), attraverso l’utilizzo ampio di circa 200 robot e di intelligenza artificiale per un sistema-pilota di produzione che migliori tempi, costi, qualità e riduca l’impronta carbonica.

Tutto avviene in un ambiente piuttosto silenzioso per un sito, dove uomini e donne in carne e ossa si contano sulla punta delle dita. Il posto giusto per mettere a punto anche un’inedita esperienza di vendita: il cliente viene accolto al piano terra per personalizzare la sua auto attraverso una digitalizzazione spinta in tempo reale, fra grande flessibilità e intelligenza artificiale.

Se poi vuole provarla, lo portano sulla pista dove oggi però tocca a noi qualche giro con un driver a velocità massima costante di 83 chilometri l’ora. Tutto in sicurezza, ma niente di più.

Perché un processo di vendita così personalizzato, che comprende anche una originale esperienza immersiva? “Perché l’auto è diventata una estensione della nostra vita”, ci sorride Alpesh Patel, a capo della ricerca dell’Innovation Center, dove governa l’elevata automazione del sistema attraverso una squadra di operatori umani seduti a quadrilatero in una sala al terzo piano. “Sperimentiamo qui un diverso rapporto con il cliente perché è più facile farlo in una piccola città-stato e in un mercato maturo e ricco.

La seconda ragione sta nel nome che abbiamo dato al centro, Innovation: Singapore è piena di talenti in questo settore, in Asia è il posto migliore che potevamo trovare. E se i segnali di interazione con i consumatori saranno positivi potremmo decidere di estendere questo processo di acquisto in altri luoghi”.

La Smart Factory di Patel assembla idee per tutto il gruppo Hyundai. Sullo sviluppo della guida autonoma, a fianco delle Ioniq 5 normali spuntano le versioni robotaxi, da qui spedite negli Usa per la sperimentazione su strada in partnership con le due maggiore società di ride hailing americane, a Las Vegas sulla Strip con Lyft e a Los Angeles con Uber. Sensori (una trentina, ci dice il direttore dei progetti speciali Cody Kamin), Lidar, telecamere, non sembrano diverse dalle loro concorrenti. Intorno, i pochi lavoratori umani lavorano all’assemblaggio assistiti fisicamente da strumenti tech che, indossati, agevolano i loro movimenti o ne alleggeriscono la fatica.

A Singapore si fa ricerca e sperimentazione a tutto campo per la mobilità, aerea compresa. Hyundai ha presentato un primo concept di veicolo a decollo verticale nel 2020 al Ces di Las Vegas e da questa smart factory decollano altre idee per un settore in cui i sudcoreani sono avanti. “Non corriamo per essere i primi sul mercato – ci dice Jaiwon Shin, presidente della divisione Advanced Air Mobility del gruppo Hyundai – ma crediamo che entrarci nel 2028 sia il momento giusto con il prodotto giusto. E qui capiamo meglio i costi, la qualità necessaria e quali processi produttivi più avanzati servono per la produzione”. Da installare prossimamente in America.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI