Antiriciclaggio con la mappa

Entro l’estate sarà completata, dal ministero dell’economia, guidato da Fabrizio Saccomanni, la prima mappa del rischio antiriciclaggio in Italia. L’obiettivo è quello di dedicare il 2014 ad anticipare l’entrata in vigore delle disposizioni della quarta direttiva antiriciclaggio (in fase di approvazione definitiva da parte dell’Unione europea) e di dotare l’Italia di nuove più stringenti regole in materia.

Un nuovo antiriciclaggio personalizzato sul professionista, intermediario finanziario o banca tenuto all’adempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela. Obblighi che diventano diversificati secondo il territorio e il tipo di attività effettuata dagli intermediari. Tanto che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, nei corridoi di via XX Settembre li chiamano studi di settore antiriciclaggio per la forte componente territoriale che assumeranno le profilizzazioni del rischio riciclaggio. L’obiettivo finale sarà quello per tutti i soggetti tenuti agli obblighi antiriciclaggio di dotarsi, come accade per la responsabilità amministrativa degli enti e la 231/2001, di modelli organizzativi di controllo che formino una sorta di scudo contro gli eventi accidentali che potrebbero far maturare in capo al soggetto che attua la adeguata verifica una qualche forma di responsabilità.

E le novità partono proprio dal veicolo scelto per dare attuazione alle nuove regole sull’antiriciclaggio. Non si aspetterà, infatti, la tradizionale legge comunitaria con i suoi tempi ma la direttiva sarà anticipata da dei decreti di recepimento. Il motivo è da ricercare nel fatto che, da gennaio 2015, l’Italia sarà sorvegliata dal fondo monetario internazionale Gafi (gruppo di azione finanziaria internazionale) e questo imporrebbe di arrivare all’appuntamento con una normativa antiriciclaggio fresca e rinnovata.

Il cambio di rotta della quarta direttiva, rispetto alle regole in vigore dal 2007, si chiama «approccio basato sul rischio». Con la Quarta direttiva, infatti, la valutazione del rischio riciclaggio sarà fatta prendendo in considerazione molteplici indici, fattori quali clienti, paesi o aree geografiche, prodotti, servizi, operazioni o canali di distribuzione. Le misure sono proporzionate alla natura ed alle dimensioni dell’ente o del professionista obbligato.

Ecco dunque l’esigenza di lavorare a una ricognizione, la prima di questo genere, del rischio antiriciclaggio sul territorio. Il rischio sarà valutato e sarà quindi diverso rispetto ai settori di operazioni all’interno delle stesse categorie di obbligati. Per esemplificare un notaio di una grande città avrà più rischi legati ad attività societarie rispetto a un notaio di un piccolo paese con operazioni in un altro settore che presentano ai fini antiriciclaggio altre tipologie di rischi. La mappa del rischio avrà una prima cornice, quella nazionale e poi diventerà sempre più particolareggiata. Per questo saranno coinvolte le categorie: professionisti, intermediari finanziari e banche, tutti quelli insomma interessati agli obblighi antiriciclaggio. Si predisporrà, dunque, una diversificazione per area geografica e per tipologia di funzioni. Dopodiché nelle aree a maggior rischio e per le operazioni con il più alto indice di pericolosità sarà compito degli operatori predisporre un vero e proprio piano guida di prevenzione in chiave antiriciclaggio. Il professionista, o chi è tenuto agli obblighi antiriciclaggio, dovrà indicare tutte le procedure eseguite e gli accorgimenti messi a punto per risultare rispondente alla normativa. Se si dovesse verificare un caso di operazione sospetta che si trasformi in fattispecie incriminata il soggetto obbligato, forte del piano guida, potrà invocarlo a titolo di esimente di responsabilità, dimostrando che ciò che è avvenuto esula dalla sua attività ai fini antiriciclaggio sulla stessa scia di quello che avviene per i modelli organizzativi di controllo della 231, quella sulla responsabilità di impresa. Nella quarta direttiva antiriciclaggio tra le novità infine l’obbligo rafforzato di adeguata verifica si applica per tutte le persone politicamente esposte che occupano importanti cariche pubbliche a livello nazionale.

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