Assopopolari in armi per bloccare Bpm spa

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Qualche settimana al fulmicotone, da qui al 22 giugno (giorno della convocazione dell’assemblea). Un arco di tempo in cui si combatterà una lotta aspra e determinata, da parte di tutti i protagonisti. E difficilmente potrebbe essere altrimenti, dal momento che la posta in gioco è la trasformazione in spa della Bpm. Popolare storica, importante quanto riottosa, inserita nell’area forse più ricca d’Europa – la Lombardia – e ormai ad un passo dal cambiar pelle (sempre che alla fine lo faccia). Il punto è che le vischiosità interne al cambiamento sono alte: sindacati e Amici vari (anche se formalmente l’Associazione si è sciolta) sono in larga misura ancora lì, spesso a soffiare sotto la polvere, incuranti del fatto che Bankitalia è tuttora a Piazzetta Meda, controllore occhiuto e ben poco tollerante. Qualche atteggiamento un po’ troppo rigido da parte del management (ad esempio sulle mail interne) ha forse contribuito a far salire la temperatura dello scontro. Ma è possibile, anzi è più che probabile, che anche la categoria delle banche Popolari – formidabilmente organizzata in Assopopolari – guardi con attenzione e anche con preoccupazione al “precedente” della Bpm. Insomma, tra protagonisti e spettatori interessati, la scena è molto affollata. Martedì 23, al consiglio di sorveglianza, molti si aspettano una seduta movimentata.

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