Atto d’accusa del presidente della Fondazione Carife a Bankitalia
Atto d’accusa del presidente della Fondazione Carife a Bankitalia

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Carife è una delle quattro banche salvate su suggerimento della Banca d’Italia e qui sta il punto oscuro che cerca di far emergere il numero uno della Fondazione: un salvataggio che ha impatti negativi sui piccoli investitori, un “nuovo sacrificio di milioni di euro richiesto agli obbligazionisti, mentre gli azionisti perdono ogni speranza di recuperare anche una minima parte dell’investimento”.

“Già nel 2011 venne imposto dalla Banca d’Italia un aumento di capitale per 150 milioni di euro che doveva essere determinante per l’uscita dalla crisi, ma inutile alla luce del successivo commissariamento. Il protarsi delle difficoltà ha depauperato il patrimonio di Carife, sottraendo rilevanti risorse al sistema economico locale, ai risparmiatori, alle imprese”.

Il presidente di Carife, Riccardo Maiarelli sottolinea come la convergenza di altre crisi bancarie che non sono state risolte nei tempi ordinari, mette in dubbio la fiducia del pubblico nel sistema bancario, visto che si è fatto di tutta un’erba un fascio, adottando un provvedimento “omnicomprensivo che ha portato ad unico sbocco di situazioni tra loro differenti”.

Anche Beppe Grillo interviene dal suo blog, adducendo l’ipotesi che all’origine di tutto ci sia stata la necessità di salvare Banca Etruria presieduta dal padre del ministro Maria Elena Boschi.

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