Banche: big Ue sono ancora sotto di 83,1 miliardi

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Le big del credito europeo stanno cercando di aumentare i loro livelli di cuscinetto patrimoniale nel tentativo di rispettare i rigidi parametri imposti da Basilea III. Ma per soddisfare il fabbisogno richiesto di strada ne hanno ancora da fare.

Il rapporto dell’Eba sul monitoraggio patrimoniale al 31 dicembre 2013 delle 42 maggiori società a rischio sistemico del credito europeo, di cui 2 italiane –Unicredit e Banca Intesa – rileva che, con la piena adozione della direttiva Crd IV europea, il Tier 1 (ovvero il patrimonio di base, che tiene conto di capitalizzazione, utili, riserve e cosiddetti strumenti ibridi) e il Total capital ratio (la somma di Tier 1 e Tier 2) scenderebbero dagli attuali valori medi del 13,8% e del 16,6% dell’attivo ponderato per il rischio al 10,2% e al 12,1%.

“Il deficit patrimoniale ammonterebbe a 41 miliardi per il Tier 1 e ad 83,1 miliardi per il Total Capital”, scrive l’Eba. A fine 2012 la carenza era di 115 miliardi a fronte di utili per 400 miliardi.

A gennaio scorso l’Eba ha comunicato quali sono i parametri secondo i quali verrà stabilita la solidità o meno delle banche negli stress test, vale a dire il “voto” minimo che gli istituti dovranno ottenere per non essere bocciati.

In situazioni normali verrà chiesto alle banche di raggiungere un “core tier 1”, la parte più pregiata del capitale, pari all’8% degli attivi ponderati per il livello e almeno del 5,5% nello scenario di difficoltà economica simulata con gli esami delle autorità di politica monetaria.

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