Banche e usura, l’indagine delle Iene fa tappa anche a Cesena

Ancora nessun commento

Un servizio delle Iene su banche e usura che ha un testimone anche nel cesenate. Tutto era contenuto nell’ultima puntata andata in onda domenica nella quale la iena Luigi Pelazza ha spiegato cosa si intende per interessi d’usura legati alle banche. Mutui, prestiti, fidi e istituti creditizi; alcuni di quest’ultimi, secondo l’inchiesta, applicano tassi sopra le indicazioni stabilite dalla Banca d’Italia sfociando così nell’usura. Chi se ne è accorto si è rivolto a categorie o ad avvocati scoprendo di non essere più a debito, ma di vantare un credito nei confronti delle banche.

E’ successo anche a Paolo Cappelli di una segheria del cesenate che, secondo quanto riferito alla iena, ha detto: «Dal 1994 al 2004 le banche mi hanno preso 30 milioni di lire l’anno». Si sono aperte le porte del tribunale e il giudice in primo grado ha condannato la banca a restituire Cappelli di ben 132mila euro. In pratica si è scoperto che da creditrice la banca era debitrice; una scoperta inaspettata, ma che lascia i segni. «Se i soldi li avessi avuti subito – ha spiegato Cappelli – non avrei venduto la terra, l’appartamento e non mi sarei ammalato di ipertensione».

Tra le vittime c’è anche Enrico Minghetti di Forlì. Le banche hanno chiesto il fallimento della sua ditta perché era in rosso di 50mila euro. Per poi scoprire che, secondo quanto detto da Minghetti a Pelazza, vantava crediti da quella banca per 80mila euro e 900mila circa da altri istituti. Va rilevato che nel servizio delle Iene non si cita nessuna banca nello specifico; due gli elementi aggiunti: prendendo in esame i dati del quarto trimestre 2012 si nota come il tasso limite indicato dalla Banca d’Italia è fissato a quota 16,38%,ma ci sono stati istituti di credito che hanno sfiorato la soglia del 60%. Cifre che poi venivano “giustificate” sotto la voce “spese collegate al credito”.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI